Se non bastasse l’esplicito moniker adottato dalla formazione pugliese, il lentissimo incedere dell’opener “Cold embrace” fugherebbe ogni dubbio sul fatto che qui ci troviamo in pieno territorio doom. Nella sua forma più pura ed incontaminata, frutto di suoni scolpiti limpidamente, di ritmiche mortifere, di ambientazioni drammatiche e sofferenti, di canti ieratici e salmodianti.
Sei brani molto estesi, ricchi di lunghi rallentamenti funeral-doom che alimentano tetre atmosfere piene di angoscia, decadenza, totale abbandono. Uno dei momenti di maggiore impatto risulta sicuramente “Remember november”, dove il clima disperato e tombale raggiunge il suo apice, guidato dalla voce intensa e tormentata del cantante/bassista Doomenicus.
Ottimi anche i passaggi sostenuti e metallici della title-track e “She haunts you”, nei quali le chitarre possono dare sfogo ad un solismo asciutto e pungente. Il contrasto tra l’incedere profondamente doom e le brevi accellerazioni heavy, è un tipo di soluzione che forse andrebbe cercata con maggiore frequenza.
L’intero lavoro evidenzia la buona ispirazione insieme alla grande pulizia e precisione tecnica del gruppo, anche se indubbiamente l’album risente di alcune fasi di stanca. In qualche caso i brani si sarebbero giovati di un minutaggio più leggero, ma è una caratteristica comune a tantissimi interpreti del settore.
A parte questo, si tratta di una prova valida per i Doomenicus. Una band italiana stilisticamente affine a nomi come Solitude Aeturnus o Abdullah, quindi consigliati ad un pubblico ben introdotto nello specifico filone.