Grande spiegamento di forze quello messo in campi dai
Nachtgeschrei, formazione composta da ben sette musicisti, peccato che alcuni armamenti abbiano le polveri bagnate. Infatti, la voce del cantante Holger Franz si rivela monocorde e ben poco trascinante, tutt'altro che "urla nella notte" (la traduzione di Nachtgeschrei).
Musicalmente questa band tedesca, al secondo album dopo "Hoffnungsschimmer" (2008), ricalca soluzioni tipiche di diversi loro connazionali, come In Extremo e Subway to Sally, con largo spazio a strumenti etnici (sopratutto cornamusa e ghironda) ed a melodie dal sapore antico, anche se poi l'album si apre sul semplice arpeggio di chitarra che caratterizza la maggior parte di "Fiur". Decisamente più vivaci la seguenti "Muspili" e "Herz Aus Stein", dove su un tessuto musicale che ricorda i migliori In Extremo, con un bel taglio tra il medioevale ed il marziale (qui aiuta l'idioma tedesco), si incastra la performance vocale dell'insipido Holger Franz. Un copione che si ripete anche nel prosieguo dell'album, tra episodi meno avvincenti ed ispirati, come le piatte "Fernweh", "Lauf!" o "Der Totmacher", o quelli maggiormente orientati al Folk Metal ("Windfahrt", "Glut In Euren Augen"), comunque mai in grado di dare una vera scossa al disco.
Come si dice noioso in Germania?
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