fluXion non è in realtà il nuovo disco dei
The Ocean, è la ristampa del loro primo disco uscito originariamente nel corso del 2004, aggiornato al 2009 con una nuova registrazione delle vocals, e per finire un nuovo artwork sia esterno che interno. Nulla di nuovo invece per quanto riguarda la scaletta, quindi neanche nessuna bonus track. E' curioso notare come già dal loro primo disco avessero una lucida e ben calibrata visione della musica, che per quanto riguarda i The Ocean non è affare di così facile immediatezza. fluXion è semplicemente indefinibile, perchè dove tutto sembra adagiarsi in una stabile canzone dai toni Sludge/Stoner si può venire smentiti immediatamente dopo con una dose di grigio Ambient, oppure massacrati da una sfuriata di possente Metal contemporaneo, il tutto sorretto dal vocione corrosivo del singer (anzi dei singer, meglio). E' difficile riuscire a suddividere in singoli episodi un album come questo, perchè si rischierebbe di ucciderlo, di fargli perdere in sostanza tutto il suo potere comunicativo. Effettivamente la nuova veste grafica dona un qualcosa di più affascinante rispetto alla prima versione, è come se riuscisse a veicolare con più precisione le emozioni degli ascoltatori verso un mare oscuro e profondo, per non dire incazzato nero. Paragonare il progetto The Ocean al mare in burrasca non è poi così un azzardo, hanno in comune la continua variazione di tutto, dalla temperatura al moto ondoso, insomma provateci voi a dare una forma definitiva all'oceano, impossibile. In chiusura però vanno segnalate le due Isla Del Sol e The Greates Bane, i migliori riassunti della loro Arte: vellutata e abrasiva, corrosiva e al tempo stesso scorrevole. Da avere.
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