Continua l'invasione heavy metal spagnola, questa volta con i Centinela, che arrivano al debutto dopo un solo demo datato 2000; come altri compatrioti, i Centinela optano coraggiosamente per un cantato in lingua madre, cosa che francamente trovo alquanto cacofonica. Comunque sia, questo quartetto spagnolo si fa autore di un heavy metal classico dalle tinte power, infarcito qua e là di elementi simil-retrò: un misto tra Accept, Baron Rojo, Avalanch, e Helloween, insomma. Il disco si apre nel migliore dei modi, con una spettacolare "Sin Vuelta a Empezar", il miglior episodio di questo "Sangre Eterna", un roccioso brano di puro heavy metal senza compromessi. Emergono subito due cose, una positiva e l'altra negativa: la prima è l'ottima padronanza degli strumenti da parte della band, e più nello specifico del chitarrista J. Miguel Mondejar; la cosa negativa riguarda invece il cantato di Josè Cano, tanto convincente e grintoso sulle linee basse, quanto esile e fastidioso sugli acuti da evirazione in stile Matos. E purtroppo è su quest'ultimo cantato che Josè sembra puntare magiormente, come emerge da "Fiel Servidar" o da "Sin Mieda". L'album nella sua interezza non manca di alti e bassi: se da un lato abbiamo grandi pezzi quali "Rey Del Tiempo", dall'altro troviamo brani banalotti e powereggianti quali "Ajas de Fuego". Non sarebbe stata male anche una produzione un po' più aggressiva, ma ciò non impedisce comunque di apprezzare un disco che si rivela decisamente migliore di tanta robaccia che gira per label più conosciute (chi ha detto Noise?). Di buone idee ce ne sono davvero tante: è bellissimo, per esempio il refrain di "El Sabia", come degna di nota è la helloweeniana title-track. Se vi piace l'heavy/power melodico e se siete pronti a superare lo shock causato dal cantato in spagnolo, provate a dare un ascolto a questi Centinela, potrebbero rivelarsi una graditissima sorpresa.