Mezz’ora di grande aggressività, velocità, energia, mezz’ora di hard’n’roll grezzo e torrido da parte dei
Gonzales, nome già discretamente noto nell’underground heavy rock italiano.
Ritmiche cariche di fisicità irresistibile, chitarre selvagge ed infuocate, cori punkeggianti di primitiva potenza, questo disco è un buon esempio di cosa s’intende per rock sporco, basilare, cattivo e travolgente.
I brani sono brevi, secchi ed esprimono un’indole rabbiosa e selvaggia, ma le loro strutture non scadono mai nella banalità elementare. C’è un ottimo ed ampio uso di assoli brucianti, così come di linee vocali stradaiole e ritornelli sguaiati e bellicosi, giusti ingredienti per pompare rock sanguigno ad alta gradazione in titoli come “Kiss the sky”, “Heaven gone wrong”, “My son” o nella riuscita cover “Ring of fire”, antico pezzo del grande Johnny Cash.
Inutili i soliti paragoni con i big più o meno lontani, perché i Gonzales seguono apertamente un sentiero affollatissimo e tracciato da molto tempo. E nel ribadirne i temi più classici dimostrano, se ve ne fosse ancora bisogno, che tanti gruppi italiani hanno pienamente compreso la lezione del buon vecchio rock, imparando a suonarlo con i giusti attributi. Basta per promuovere l’album dei Gonzales e consigliarlo a chi ama il lato ruvido e sferzante di questa musica.
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