Quando hai la stoffa del campione, qualsiasi cosa tu faccia, in qualsiasi impresa ti imbarchi, ti porterai sempre dietro quella invidiabile calma e sicurezza di te che solo i grandi sanno avere. Antipatico, borioso, spocchioso, ti affibbieranno mille epiteti, ma tu andrai avanti, con l'intima certezza che ciò che stai facendo è giusto, che le scelte, seppur rischiose, che prenderai porteranno al risultato sperato. E così, o antipatico, alla fine tutti dovranno ammettere che avevi ragione tu, che quell'ironia e quel
sense of humour che riesci a concederti non sono poi tanto il frutto di un Ego troppo, troppo gonfio, ma nascono da un lavoro talmente intenso, meticoloso, duro e certosino, che alla fine ti viene pure da riderci su, perchè conosci tuo "figlio" meglio di chiunque altro, e perchè sai che, in fondo, le cose non sono poi così importanti o gravi come si pensa. La vita è un viaggio affascinante e meraviglioso, spesso ti farà sostare in angoli bui o dolorosi, ma non per questo perderà un grammo del suo misterioso
appeal.
Questa, in sintesi, la mia visione della mente geniale del signor
Daniel Gildenlow, un Artista con la A maiuscola, che spesso ha rischiato di farsi sopraffare dalla sua arte, ricevendo critiche e consensi in egual misura, ma non soffermandosi mai più di tanto né sulle une, né sugli altri. Un Artista che sa circondarsi di suoi pari, che crea un'entità musicale in cui resisti solo se "ne hai", in cui non c'è spazio per turnisti, in cui devi quasi attraversare un rito di iniziazione, rinunciare ad una parte di te per diventare una parte della Creatura. In due parole, è questa insana filosofia che porta i
Pain of Salvation a confrontarsi con sè stessi, a perdere due elementi fondamentali, ad acquisirne uno nuovo per poi ri-perderlo dopo due anni, e ciò nonostante ad andare avanti con la lucida follia di chi sa cosa vuole. Ed il doppio DVD che abbiamo tra le mani ne è la fedele testimonianza.
"Ending Themes (On the Two Deaths of Pain of Salvation)" viene costruito ad arte come se fosse un cofanetto, comprendente le prime due stagioni di una fortunata quanto sconosciuta ed improbabuile serie televisiva. Gli stessi musicisti vengono presentati come attori che impersonano i vari membri della band, ed il
DVD 1 è un lungo e divertentissimo documentario, diviso in capitoli come fossero puntate del telefilm, in cui scopriremo i Pain of Salvation alle prese con il loro essere umani, alla vigilia della partenza per il loro primo tour da headliners, nel 2005. Li vedremo esser tristi per il distacco dalla famiglia, nervosi per i dubbi sul nuovo sistema di clicking dei brani, colpiti positivamente o negativamente dalle venues in cui si sono trovati a suonare, e vedremo crescere, pian piano, l'ombra del dubbio sull'effettiva voglia di Kristoffer di accollarsi ancora un impegno tanto appagante, quanto difficile da sostenere. Noia, rabbia, gioia, tristezza, energia pura e tanto divertimento in un documentario tra i più belli mai visti; per non parlare, poi, dell'infinito numero di
easter eggs, dietro le quinte, foto, commentari fatti due o tre volte, e tutta una serie di sorprese che vale da sola l'acquisto del DVD.
Il secondo dischetto, com'è lecito aspettarsi, parla della "seconda morte" dei Pain of Salvation: dopo aver perso Kristoffer, sostituito da Simon Andersson, i nostri si esibiscono ad Amsterdam, in quello che sarà l'ultimo concerto di
Johan Langell alla batteria. Il tour è quello del nuovo
"Scarsick", e l'intero DVD immortala il concerto del 2 Marzo 2007 ad Amsterdam. Una scaletta a dir poco variegata ci accompagnerà attraverso un'esibizione semplicemente stupefacente dei 5, con una setlist che spazia da
"Entropia" fino ai giorni nostri. Fa davvero impressione vedere (e sentire) la bravura di ognuno di questi 5 fenomeni, sia allo strumento che nelle parti cantate, veri intrecci di melodie, talvolta quasi inesplicabili, ma eseguiti con una perizia da lasciare attoniti. Anche qui, ovviamente, una tonnellata di bonus divertenti ed interessanti, a partire dagli stessi titoli di coda, pieni di nomi finti e di scherzetti da scoprire.
Come avrete capito, questa volta tirare le somme è facilissimo:
"Ending Themes" è un lavoro monumentale su una band semplicemente strabiliante. Piacciano o meno, i 5 svedesi hanno intrapreso un cammino che li porta, passo dopo passo, verso il raggiungimento di uno status invidiabile quanto difficile da mantenere, ossia quello dei Grandi. E poi, piaccia o no, il genio smisurato di Daniel Gildenlow (cantante, chitarrista, regista, compositore, vera anima della band) è qualcosa che non si può discutere, ma solo amare o detestare. E il sottoscritto, se non fosse ancora chiaro, propende per la prima opzione.