80blast - A Hopeful, Sad & Compulsive Episode

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:40 min.

Tracklist

  1. ARE THEY ENEMIES?
  2. THE EYE (OF NATIONS)
  3. THIS FLUSH
  4. MY STRONGEST SHELL
  5. I CONFESS
  6. FUGITIVE
  7. SO WHAT ?!?
  8. SAD ATTRACTION
  9. FALLEN ANGEL (FEAT. LOKY FROM DOYLE)
  10. THE CHOICE
  11. DEEP IN MY MIND
  12. LIONS

Line up

  • Nico: drums
  • Olivier: guitar
  • Romain: vocals
  • Estelle: bass

Voto medio utenti

Non sono state molte le band francesi, nella storia del cosiddetto rock alternativo, a conquistarsi gli onori “della cronaca” internazionale e probabilmente ancora meno quelle capaci di raggiungere un rilevante successo nell’ambito del mercato discografico / musicale di settore.
Eccessivo nazionalismo e una non eccelsa qualità dei prodotti, sono due delle plausibili motivazioni di una situazione a cui cercano di porre “rimedio” gli 80blast, autori di un albo indipendente e auto-distribuito, alquanto godibile e dal carattere piuttosto “cosmopolita” per scelte artistiche ed espressive.
Rifarsi al sound di Foo Fighters e QOTSA, due gruppi assai apprezzati e popolari, affidare la produzione ad Arnaud Bascunana (No One Is Innocent), scegliere Ue Nastasi (Panic! At the Disco, Soilwork, Devil Driver, Type O Negative, Sepultura, Fear Factory, Paradise Lost) per il mastering newyorkese del Cd e l’uso dell’inglese (laddove spesso viene preferita la madrelingua), manifestano le ambizioni del quartetto parigino e lo pongono su una traiettoria che potrebbe davvero condurlo all’ottenimento di buoni risultati a larga scala, anche perché la musica contenuta in “A hopeful, sad & compulsive episode” ha la giusta “trazione” e un’adeguata tensione melodica, contrassegnate da riff energici ed intriganti e da ritornelli coinvolgenti.
Certo che, senza il carisma di Josh Homme o l’abbagliante luce “riflessa” di cui ha beneficiato Dave Grohl, per guadagnarsi diffusamente i favori dell’audience “specializzata”, bisognerà incrementare un po’ il mordente di certe soluzioni armoniche e implementare la personalità espressiva, due elementi fondamentali per cancellare in maniera perentoria quel retrogusto di “prevedibile” affiorante qua e là nelle dodici canzoni del disco, ma nonostante ciò, possiamo tranquillamente plaudere il lavoro dei nostri transalpini per il modo in cui appare sufficientemente fresco, risoluto, vitale ed ispirato, tanto da lasciare una buona impressione di sé anche dopo reiterati ascolti, un fatto assolutamente non trascurabile nel genere. Da seguire con attenzione.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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