Disco difficile quanto affascinante, il nuovo dei
Mind Key. Stavolta la band nostrana ha fatto le cose in grande, dal produttore (nientemeno che
Dennis Ward) agli special guest (
Derek Sherinian, Reb Beach, Tom Englund), ma soprattutto grazie ad un lavoro maturo, coerente, articolato e carico di suggestioni come questo secondo, bellissimo
"Pulse for a Graveheart".
Ve lo dico subito: se lo comprate per pogare, sbagliate acquisto! Qui si respira aria di metal-prog di gran classe, a tratti oscuro e pesante nelle atmosfere, il che mi avvicina l'ascolto del qui presente dischetto a bands come i Symphony X, gli Evergrey, i Redemption. Musica con i contro-attributi, insomma, in cui l'ugola strepitosa di Elio Fierro va a braccetto con un combo strumentale in grado di far impallidire nomi ben più blasonati.
La musica che ascolterete, quando acquisterete
"Pulse for a Graveheart" (
perchè lo acquisterete, vero? Sì che lo farete...) apre le danze con
"Sunset Highway", dal riffone trascinante, e dalle tastiere molto moderne nei suoni e nello stile di utilizzo, molto apprezabile per grinta e produzione (cristallina a dir poco, una manna dal cielo, in un disco complicato e variegato come questo). Potrei segnalarvi ogni traccia presente su questo disco, vista la multiforme identità che i Mind Key sanno prendere durante questi 58 minuti. Ho letteralmente adorato
"Now Until Forever", dall'intermezzo strumentale quasi jazz, l'atmosferica e ricercata
"The Seventh Seal", con una prova maiuscola di Elio alle vocals, la rocciosa
"Graveheart", e così via fino all'ultima, delicata
"A new Generation".
Intendiamoci: questo disco è uno di quelli che necessiterà di tanti ascolti, ma sin dal primo potrete cogliere l'essenza di una band che ha le idee molto chiare su come vuol suonare, e soprattutto che ha idee VALIDE, ed in grado di creare un'alchimia vincente per la stesura di un album. I brani, nonostante siano un vero e proprio sfoggio di tecnica e buon gusto agli strumenti, non risultano mai fini a se stessi, lasciando così all'ascoltatore il piacere di gustarsi un disco fatto di
canzoni, e non di note sommate a note.
Complimenti ancora agli italici
Mind Key, che con questo secondo full length fanno, a mio avviso, definitivamente centro, evidenziando il proprio nome nel panorama prog-metal internazionale. Eclettici!