Chi si diletta nell'impestare il proprio apparato uditivo con le sonorità più perverse e sgraziate non può certo lamentarsi della qualità delle uscite che hanno invaso il mercato discografico di questo 2009. Oltretutto è confortante constatare come le cose migliori provengano da formazioni che proprio in questo Anno del Signore hanno iniziato a muovere i primi passi (o quasi) nel panorama metal mondiale. Dopo Tribulation e Funebrarum, anche questi svedesi
Maim escono dal loro loculo con
"From The Womb To The Tomb" e subito si fanno notare con un disco in grado di rendere omaggio al death metal più incontaminato e genuino. Preceduti da un monicker a modo, un logo decisamente a tinte "vecchia scuola", una copertina grezza quanto basta e da un titolo che riassume in sei parole l'infausta esistenza umana, i Maim elargiscono un death metal che affonda le proprie radici nella scenda svedese di primi anni '90, recuperando le sonorità care in primis ai Nihilist/Entombed, e, effettuando un'operazione chirurgica probabilmente nemmeno troppo legale, dotando il proprio Frankenstein sonoro di quei rallentamenti catacombali che hanno reso celebri gli Autopsy di Chris Reifert. Basterebbe il riff iniziale di
"Dawn Of Blood", intriso di attitudine death fino al midollo, a giustificare l'acquisto di "From The Womb To The Tomb", ma d'altronde sarebbe riduttivo ricondurre il disco ad una sola traccia.
"Smoldering Ashes",
"Drop Dead",
"Ascending From The Grave", la title track o
"Envy The Dead" sono la colonna sonora ideale per qualche macabro rito voodoo in grado di richiamare i morti dalla fossa (omaggiati anche dall'intro del disco, che spiega con perizia come evitare che gli zombi banchettino con le nostre carni), con la voce di Rikard a recitare versi dimenticati dall'alba dei tempi. Ciliegina sulla torta la cover di
"Ridden With Disease", che paga tributo agli storici Autopsy e resa in maniera eccellente dal combo svedese che ricrea l'alone soffocante e lercio della versione originale.
Il death metal è vivo e vegeto, sia per quel che riguarda l'ambito "mainstream", sia per il brulicante sottobosco underground, di cui i Maim sono una positiva conferma. Chi si nutre di questo genere immortale trovi quindi il tempo, tra l'atto di uscita dall'utero e quello di entrata nel proprio tumulo, di acquistare e godere appieno di questo disco veramente sublime.
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