Il folletto irlandese da cui prendono nome non ha certo portato fortuna ai
Fear Dorg, anzi doveva essere particolarmente dispettoso, dato che se avevano dovuto superare non poche difficoltà prima dell'omonimo demo (recensito sull'allora
Metal.it) [http://www.metal.it/demo/recensioni/FearDorg.shtml] ne hanno poi sopportate altrettante, se non di più, per arrivare al loro album d'esordio "Edge of Time", una scelta che però, alla resa dei conti, si rivela una un po' azzardata e precipitosa.
Ci sono subito da registrare diversi cambiamenti, innanzitutto il passaggio dal cantato in italiano a quello in inglese, ed in seconda battuta un generale indurimento nei suoni, comunque sempre confinati in territori Heavy Metal con insistite escursioni nello Speed & Thrash Metal, come avviene ad esempio nel caso di "No Place for Liars", "Evil Hero" o "Running Man", anche se poi gli episodi migliori sono quelli dalla velocità meno sostenuta, come "Living On…" o "Mark of the Order" o la più melodica "Sky In Your Eyes".
Purtroppo certi difetti che potevano essere perdonati a livello di un demo, non possono però passare inosservati quando ci si presenta con il proprio album d'esordio, per quanto autoprodotto. Mi riferisco ad una resa sonora appena sufficiente e sopratutto a canzoni spigolose e dagli arrangiamenti ancora approssimativi, lo stesso status in cui versa anche la prova vocale del cantante Roberto, il quale ai tempi del demo sembrava decisamente più a suo agio con il linguaggio natio.
Capisco gli ostacoli incontrati ed apprezzo gli sforzi compiuti, ma visto il tempo trascorso c'era da aspettarsi molto di più.
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