Vi piace l’hard rock
classico? Pensate che Rainbow, Led Zeppelin, Whitesnake, Michael Schenker Group, UFO e Thin Lizzy siano ancora oggi modelli degni di un’ispirata devozione? Ritenete che in fondo, di là da tanti sofismi, come ha già sostenuto qualcuno qualche tempo fa, per appagare i sensi, la
canzone debba
rimanere la stessa, evitandone una riproduzione xerografica, e tuttavia mantenendone inalterate le caratteristiche fondamentali? Se le risposte sono affermative il mio suggerimento è di affidarvi con fiducia a “Straight up”, nuova fatica della
Taz Taylor Band, una formazione che attinge pesantemente alla migliore tradizione del rock duro e la fa rivivere con gusto estetico e vigore, stimolati da una vocazione naturale e carismatica.
Protagonista principale è ovviamente il chitarrista titolare del monicker, con il suo stile icastico, fluido, groovy e vibrante, ma dacché quello del cantante è un ruolo da sempre assai “peculiare” per le sorti di una band dedita a questi suoni, accogliamo con grande entusiasmo la prova di Keith Slack, perso di vista dopo l’impegno in MSG e Steelhouse Lane (se non li conoscete, recuperateli … non Ve ne pentirete!) ed oggi chiamato all’arduo compito di sostituire degnamente il mitico Graham Bonnet, responsabile del microfono nell’apprezzato precedente discografico (“Welcome to America”) dei nostri. Ebbene, il singer texano riesce a non far rimpiangere il suo autorevolissimo predecessore e con una laringe pregna di pastosità, granulosità e feeling, sostiene da par suo gli accattivanti impasti musicali orditi dai suoi compagni d’avventura, tra i quali si segnala pure la preziosa presenza, sulla title-track strumentale, di un’altra celebrità del settore, Mr. Don Airey.
A questo punto bisognerebbe parlare dei brani, segnalando le eventuali priorità d’ascolto, ma tenuta anche in considerazione la notevole qualità media del contenuto del disco, mi vedo costretto a ribadire il concetto espresso in apertura: è sufficiente amare profondamente quei “monumenti” della musica e il loro illuminato modus operandi, diffusamente citato in forma smagliante nei solchi digitali di questo Cd, per decretare che “Straight up” è un prodotto assolutamente conforme alle proprie brame uditive.
Ah, dimenticavo … nel caso in cui alle domande iniziali abbiate risposto in maniera negativa, ovviamente indirizzate altrove i Vostri interessi, ma lasciatemi dire, a costo di risultare un inguaribile e attempato “nostalgico”, che sinceramente mi rammarico di tale diniego, perché questa “vecchia roba”, quando è suonata con questa carica e questa vitalità, è davvero un “toccasana” per combattere le ansie del vivere quotidiano. E dai, che fate ancora in tempo a ravvedervi …
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