Stamattina ero molto triste, sentivo quella opprimente sensazione nel petto e aghi che mi perforavano le mani... poi mi sono ricordato che dovevo ancora ascoltare il nuovo album dei Dismal, promettente band gothic italiana, e l'ho messo nel lettore. Una scarica di emozioni mi ha colpito, coltivando la mia malinconia, proponendomi sensazioni delicate e decadenti come le gocce di rubino a cui i nostri danno vita durante l'ascolto del cd. I Dismal suonano un gothic molto lento e sinfonico, anche grazie all'orchestra che li accompagna (scelta che però, a ormai sette anni dal famoso "Lingua Mortis" dei Rage e dopo numerose collaborazioni ad alto livello, non stupisce più...) e che impreziosisce i pezzi con sezioni di archi sempre azzeccate, che lasciano strasparire l'amore del gruppo per una certa metrica compositiva della musica classica. Iniezioni di tristezza durante i nove brani dell'album, con le chitarre - a mio malincuore - messe troppo in secondo piano dall'avanzata prepotente di tastiere, synth e pochi samples elettronici. In alcuni momenti più incalzanti mi hanno ricordato i Dark Lunacy, in altre parti più sinfoniche i Cradle Of Filth, ma sono sicuro che sarà la voce di Ae ad offrire motivi di comparazione e somiglianza. Proprio la prestazione vocale dei due cantanti è la parte che ho gradito di meno: il timbro del maschio passa spesso e volentieri da uno screaming non esagerato alla voce pulita, ma nei frangenti in cui si modula in tonalità più basse e dark risulta vagamente forzato e poco espressivo, riuscendo meglio nelle parti più sussurrate e piene di pathos. La pecca di Ae è quella di seguire troppo la melodia del pezzo nell'impostazione delle linee vocali, ma ha una voce davvero bella e varia che fa dimenticare anche quei piccoli particolari negativi... La grande teatralità dei Dismal esce allo scoperto nei brani in cui riusciamo davvero a visualizzare una scena, come se i componenti del gruppo fossero su di un palco e noi in platea ad osservare. Purtroppo spesso le canzoni sono troppo lunghe ed insistite, e le idee non particolarmente originali ed interessanti, e questo colpisce un pò la valutazione dell'album. E' innegabile che un'opera come questa verrà apprezzata meglio da chi ha il cuore pieno di tristezza, mentre chi è felice faticherà ad entrare nel mood giusto per poterla assimilare. "tre scarlatte stille... di lagrima 'ntica", per raccontare sensazioni di cui in questi momenti avevo veramente bisogno.
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