Cosa si vuole da un disco dei
Suffocation? Pura violenza sonora, con batteria inumana, dove sono riff maelstromici e vorticosi a trasportare l'ascoltatore in territori musicali impervi e malignamente affascinanti, un continuo saliscendi tra tempi tiratissimi e rallentamenti in grado di richiamare i morti dalla fossa.
"Blood Oath" soddisfa questa tacita legge della domanda e dell'offerta? No. Ma in sè la cosa non rappresenterebbe un problema, d'altronde una band ha il completo diritto di fare della propria musica quello che meglio crede.
Ora sgombriamo il campo da ogni equivoco e cerchiamo di non creare falsi allarmismi: non è che i Suffocation siano improvvisamente impazziti e si siano dati a chissà che pastone musicale immondo; il nuovo album suona 100% death metal, non preoccupatevi. Pare però che i nostri abbiano dimenticato cosa significhi picchiare duro, che si siano scordati le accelerazioni improvvise che alternate agli stacchi mefitici e fumosi hanno reso così unico ed inimitabile lo stile dei Suffocation. Il piattume tiene banco per tutti i 40 minuti di "Blood Oath", dove i tempi sono praticamente sempre gli stessi, con qualche timida concessione a blast beat e cassa ad elicottero, ma in ogni il caso stenta a prendere il volo, tenuto pesantemente a terra dai riff sulfurei e cadenzati che rendono il disco veramente noioso da ascoltare fino in fondo. Certo la classe non è andata smarrita, qualche spunto interessante sicuramente c'è, il più grande limite di questo disco risiede però nella sua forzata staticità, volutamente lento e sulfureo ma di conseguenza fin troppo noioso. D'altronde pare che negli ultimi anni le band abbiano riscoperto una vena "sabbathiana" che è emersa in maniera prepotente nelle ultime uscite (si pensi ad esempio ai Cannibal Corpse).
Per quel che ci riguarda, dopo l'ottimo "Suffocation" questo nuovo "Blood Oath" è una brutta delusione, moscio e piatto come mai prima nella carriera della band di Frank Mullen. Per riprendersi dal torpore causato dal nuovo disco, consigliamo una seduta di terapia intensiva a base di "Effigy Of The Forgotten".
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