A volte emergono dai meandri più reconditi dell'underground alcune realtà meritevoli di grandi attenzioni, ma all'atto pratico praticamente sconosciute. Questo perché da un lato il metal, in particolare quello meno commerciale, offre a tutti la possibilità di portare a compimento le proprie opere indipendentemente da discorsi di attrattiva o collocazione geografica; ma dall'altro affoga anche i lavori più interessanti in un marasma di uscite mensili che hanno portato praticamente alla saturazione del mercato anche e soprattutto a discapito della qualità complessiva.
Bisogna ringraziare Dan Swano (oltre che per i suoi capolavori con gli Edge Of Sanity e tutte le altre collaborazioni) per aver deciso di ristampare questo "Forsaken Symphony" degli ungheresi
Sear Bliss, rendendolo grazie a un sapiente lavoro di pulizia ancora terribilmente attuale. Merito anche di un genere di black metal che non risente in modo particolar modo della patina del tempo, così etereo e indefinito com'è. Dimenticatevi di melodie accattivanti e rassicuranti, perché in questo album ne troverete ben poche. Lo stile è grezzo e crudo, accompagnato continuamente da tastiere che formano un sottostrato su cui innestare riff inquietanti e pieni di dissonanze.
Non ci sono solo chitarre a zanzarina come ci si aspetterebbe da un album della vecchia scuola, ma anche tanta cura per i dettagli come dimostra la presenza discreta ma chiaramente udibile di un trombone e di altri strumenti a fiato. Anche l'aspetto vocale, così lontano dagli urlacci che siamo ormai abituati ad ascoltare, è ben dosato per risultare sgraziato pur senza invadere gli spazi. Lo dimostrano le lunghe sezioni strumentali dove strutture ripetitive e arrangiamenti impalpabili contribuiscono a creare un'atmosfera fiera e allo stesso tempo carica di tensione.
Da non dimenticare anche la grande attenzione dei Sear Bliss per i testi, ispirati alla tradizione del loro Paese e al difficile rapporto tra l'uomo e le altre forze della natura. "Forsaken Symphony" è un album che richiede una notevole attenzione per non scivolare in secondo piano durante l'ascolto. Non sarà il capolavoro della vostra discografia ma merita comunque un ascolto, soprattutto dopo lo sforzo per farlo uscire dall'anonimato.
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