Quinto disco per i tedeschi
Lay Down Rotten, band che giusto quest’anno festeggia il decennale della propria carriera.
Le credenziali sono ottime, vista la produzione di
Dan Swano il quale, insieme a
Martin Van Drunen (
Pestilence e
Asphyx) e
Marc Grewe (
Morgoth), presta anche la voce su alcune tracce.
Il death metal della band, sebbene con molte influenze melodiche, specialmente in alcuni assoli, si presenta compatto e roccioso, tanto nel cantato quanto nella costruzione dei pezzi, che privilegiano l’assalto e solo in alcuni tratti si lasciano andare a momenti più placidi. Se l’iniziale title-track è una buona sintesi di quanto poc’anzi detto, già la successiva “
Thy Won’t Be Done” è un pezzo ricco di groove, pesante, cattivo, con le chitarre taglienti.
“
Hours Of Infinity” ha un’intro di chitarre zanzarose, struttura basata su mid-tempos che, tuttavia, viene brutalizzata da alcune accelerazioni prima e poi finita con rallentamenti capaci di scatenare moshing esagerato.
Sebbene i
Lay Down Rotten non inventino nulla sanno, tuttavia, fondere abilmente le diverse scuole death metal di influenza, tanto quella americana quanto quella europea maggiormente melodica.
Il risultato è un disco piacevole, valido, suonato con passione e convinzione, assolutamente non noioso. Buona parte del merito va al singer, il cui tono è marcio, brutale e profondo al punto giusto.
Le canzoni sono tutte sullo stesso livello grosso modo, non avendo questo disco vistosi cali di tensione.
Il gran finale arriva con la conclusiva “
Where Spirit Lie Dead” che disvela maggiormente un flavour doomy già percettibile, sebbene in maniera meno palese, nelle precedenti tracce.
I
Lay Down Rotten sono una band molto valida e questo disco ne è la rirpova. Consigliati.
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