Copertina 8

Info

Anno di uscita:2009
Durata:56 min.
Etichetta:Equilibrium Music

Tracklist

  1. EMBRACE THE FOOL
  2. LOVE
  3. ECSTATIC DANCE
  4. MY MOMENTS OF TRANQUILLITY
  5. THE DISILLUSIONED NIHILIST
  6. ODE ON MELANCHOLY
  7. THE GOLDEN CAGE OF FATEFUL EMOTIONS
  8. TRAVELLER OF STARS
  9. YOUR EYES SO STRANGE TO ME
  10. INNATE
  11. I DROWNED IN YOU
  12. IN YOUR DREAMS
  13. SOUL FRIEND

Line up

  • Saskia Dommisse: vocals, drums, keyboards
  • Marcel Schiborr: vocals, guitars, keyboards, drums

Voto medio utenti

La bellezza della musica risiede anche nella casualità con cui alcuni progetti nascono e si sviluppano, come se una mano invisibile governasse ciò che è destino che debba accadere. Da un incontro fortuito a un workshop di Brendan Perry - mastermind degli storici Dead Can Dance - svoltosi in Irlanda nel 2003 è nata una speciale intesa che si è protratta anche dopo la fine di quell'esperienza. I protagonisti di questa storia sono due ragazzi rispettivamente di nazionalità tedesca e olandese che, nonostante le obiettive difficoltà logistiche, hanno coltivato l'obiettivo di realizzare un album che rappresentasse alla perfezione il loro rapporto con il mondo.
Il risultato è un'opera fresca e spontanea, realizzata in maniera sbrigativa e con pochi mezzi a disposizione, che trae giovamento proprio da questa sincerità avvertibile in maniera così chiara. Se ne sono accorti anche i talentuosi scout della portoghese Equilibrium Music, che ha così piazzato l'ennesimo colpaccio all'interno del suo catalogo. "Embrace The Fool" è infatti un album che, nonostante le premesse non altisonanti, si mostra addirittura speciale nel suo approccio equilibristico tra l'eleganza vocale e le ottime divagazioni strumentistiche. Non posso non sottolineare l'ottima prestazione dei due musicisti alle prese con un lato folk udibile tra chitarre acustiche e percussioni, mescolato a influenze neoclassiche che non risultano però dimostrazioni di bravura quanto più sensazioni vellutate di grazia e armonia. Ho molto apprezzato le tematiche ispirate al recupero di uno stile di vita più lento e attento ai ritmi della natura, così riflessivo da sembrare quasi alieno a questa realtà dominata dalla fretta. Non risultano perciò fuoriluogo le sonorità quasi da stornello medievale, immerse in quest'atmosfera eterea e sospesa nel tempo. Ho apprezzato meno, invece, le aperture orientaleggianti che mi sembrano leggermente abusate negli ultimi tempi, spesso anche a sproposito.
I Poets To Their Beloved sono un gruppo di una delicatezza unica, di quelli da farsi cullare prima di chiudere gli occhi. Se si pensa che uno dei due protagonisti di questa bella storia è un grandissimo appassionato di death metal si ha ancora più l'impressione di qualcosa che viene dal cuore più che dalla testa e da interessi pratici. Qualcosa che merita di essere apprezzato e valorizzato... fortuna che qualcuno se n'è accorto!
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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