Dopo 15 anni di silenzio, rotti solo dalla raccolta di demo e live tracks, "Heed The Warning" (uscita nel 2004), i thrasher britannici
Seventh's Angel danno alle stampe il loro terzo album, dall'esplicativo titolo "The Dust of Years".
All'epoca sia "The Torment" (1990) sia "Lament for the Weary" ('92) sfuggirono alla mia attenzione, ma dall'ascolto della loro ultima prova la sensazione è quella di non essermi poi perso molto.
Quello dei Seventh's Angel è cambiato con il tempo, ma tutto sommato resta un thrash massiccio ma non particolarmente veloce, che non disdegna insistiti excursus in territori Doom ma anche nel Death meno esasperato. Tuttavia già dall'accoppiata iniziale, "Chaos of Dreams" e "The Turning Tide" la loro proposta, al di là degli sforzi profusi, non si rivela particolarmente attrattiva, e nemmeno le canzoni successive sono in grado di cambiare quella sensazione di trovarsi di fronte ad uno scolastico e tedioso mix di Slayer, Candlemass e Paradise Lost. Così brani come "In Ruins" o "Lamentation" tengono fede al titolo, mentre qualche risultato in più si poteva invece ottenere dalla marziale e malinconica "Abélard And Heloise" se solo fosse stata maggiormente stringata.
La scena inglese nel passato ha comunque messo in mostra proposte ben più interessanti, da formazioni come Onslaught, Xentrix, ma anche Virus o Slammer.
Ad oggi un ritorno sulle scene ingiustificato: non basta aver fatto dei dischi negli anni '90 per poter essere annoverati tra le "bands storiche".
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?