Hellion - Hordes of Witchery (reissue)

Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2019
Durata:29 min.
Etichetta:Awakening Records

Tracklist

  1. WITCHCRAFT
  2. FREEDOM ON LEATHER
  3. THE HELLISH CALL
  4. DIRTY RITUAL
  5. WITCH LOVER
  6. W.T.W.B.T.S.
  7. DARK SIDE
  8. DANSE MACABRE
  9. UNHOLY DEATH

Line up

  • Milo: guitars, vocals
  • Pablo: bass
  • Santiago "KillerBlast": drums

Voto medio utenti

La Awakening Records sta svolgendo un lavoro davvero encomiabile, e cioè quello di andare scovando, nelle parti più improbabili del mondo, giovani thrash metal band ancora senza contratto, con l’intento di produrre il loro nuovo disco. Non solo, prima della pubblicazione del nuovo lavoro, l’etichetta ha l’abitudine di ristampare l’album edito precedentemente, il più delle volte in maniera autoprodotta, ottenendo due ottimi risultati: maggior rilievo per un disco magari ottimo ma che non ha potuto ottenere la giusta promozione a causa delle limitate possibilità della band, e scaldare gli animi in attesa della nuova pubblicazione.

Mi è capitato di recensire qualche mese fa un album degli Amorphia, dall’India, e oggi mi capitano tra le mani gli Hellion, stavolta dalla Colombia. Stesso identico procedimento appena descritto, tant’è che questo “Hordes of Witchery” è l’album d’esordio del trio di Medellin, pubblicato nel 2017 dalla band stessa.

Non mi piace fare troppi giri di parole, quindi vado subito al sodo: questo disco, se amate il sano e vecchio thrash metal, farà la gioia delle vostre martoriate orecchie. La band ha una maturità compositiva veramente encomiabile se calcoliamo che stiamo parlando di tre giovanissimi ragazzi al proprio esordio, e possiede anche un’ottima padronanza degli strumenti, per cui nel complesso i brani sono delle vere e proprie bombe, e non sto scherzando.

Veloci, rabbiosi, vari, riescono a riportare alla mente gli anni incredibili in cui il thrash metal impazzava e faceva sempre più proseliti, ma con la capacità di risultare freschi e coinvolgenti, oltre che decisamente personali, grazie anche al particolare timbro vocale di Warlord, che per fortuna decide di cantare con la propria voce naturale invece di utilizzare l’odiosissimo scream tanto in voga negli ultimi anni. E stiamo parlando di una band colombiana, badate bene, non di un gruppo americano, tedesco o canadese, a dimostrazione del fatto che non ci si può basare soltanto sulla storia e sulle tradizioni.

Witch lover”, la opener “The hellish call”, la schizzatissima “When the witches” o la conclusiva “Unholy death” sono tutti tasselli fondamentali di un album che vi lascerà di stucco. E se pensate che gli Hellion siano capaci solo di correre a duecento all’ora, beh, vi sbagliate, basta ascoltare la cadenzata Danse macabre per capire che i nostri padroneggiano anche tempi più lenti, dove bisogna saper gestire bene potenza e composizione per evitare di risultare scontati e banali.

Insomma, torno a tessere di nuovo le lodi sia degli Hellion che della Awakening Records, sono queste le cose che ti mettono in pace col mondo e ti fanno capire che finchè l’underground sarà ricco di gruppi e label di questo tipo, non ci sarà nessun tipo di problema per la nostra amata musica, in barba alle mega produzioni, alle band costruite a tavolino, e alle mega label che pensano solo a monetizzare senza seguire minimamente i gruppi che mettono sotto contratto. Per concludere, aspetto di avere tra le mani il successore di “Hordes of Witchery”, perché sono sicuro si tratterà di un altro ottimo album.
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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