Aver scelto un nome come
Hyborian Steel è già di per se una dichiarazione d'intenti.
Epici.Questo quartetto
statunitense si è, infatti, confinato in una bolla spazio temporale che li ha catapultati direttamente indietro nel tempo, quando a dettare i tempi di una marcia, ovviamente epica, erano formazioni come Cirith Ungol, Manilla Road, ed in parte, Omen, Heavy Load e Manowar.
Dannatamente retrò sin dalla copertina, "An Age Undreamt of..." si snoda attraverso canzoni che si rifanno a diversi capitoli letterali di Robert E. Howard, con la voce sporca, ma evocativa, di Howard "Howie" Roberts (il vero nome o un ulteriore omaggio allo scrittore statunitense?) che declama le imprese del famoso eroe cimmero, Conan, ma anche quelle del suo precursore, Kull di Valusia, principe d'Atlantide.
Anche la produzione è decisamente demodé, ma un trattamento alla
"Finnvox" sarebbe stata completamente fuori luogo per l'indirizzo musicale intrapreso dagli Hyborian Steel, anche se si poteva dare maggior peso al drumming di John Blacksmith e vitalità alla chitarra di Theodore Ulysses Berry.
Ed è proprio la canzone che dà il nome al gruppo, l'evocativa e fiera "Hyborian Steel", a trasportarci sul campo di battaglia, al cospetto di Conan il Barbaro, e se "Cimmerian", "Pirates of the Black Coast" e "Bringers of Chaos" hanno un taglio più classicamente heavy, brani come "Eyes of the Serpent", "Behind the Mirror" o la conclusiva titletrack sono invece lì a garantire il corretto apporto giornaliero di epicità.
Dopo la strumentale "M.R.Z.", non una semplice intro ma una vera canzone di quattro minuti marcata a fuoco dalla chitarra di Theodore Berry, troviamo anche una discreta cover, quella "Heavy Metal Heaven" dei succitati Heavy Load, che ai tempi la incisero sul loro EP "Metal Conquest" (1981).
Negli insistiti passaggi enfatici e cupi della seguente "Behind the Mirror", "Howie" Roberts non è certo perfetto ma riesce comunque a cavarsela, anche se il vero dominatore resta sempre Berry, grazie ad un guitarwork affascinante ed efficace.
Non è certo esente da difetti, tuttavia l'unico vero limite di "An Age Undreamt of..." è la tiratura: sole 500 copie, numerate.
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