Ci risiamo... appena giri le spalle ecco che ti piazzano nel lettore un nuovo supergruppo.
E', infatti, il momento dei
GEFF e tra le loro fila troviamo un vocalist oramai davvero tanto bravo quanto inflazionato come Göran Edman, mentre completano la formazione dei pezzi da 90 come il batterista Anders Johansson (un altro che non si è fatto mancare le collaborazioni: Silver Mountain, Yngwie Malmsteen, Hammerfall etc... etc...), Mats Olausson (tastierista negli Eclipse, Ark e pure lui al fianco di Malmsteen), Per Stadin (bassista, Silver Mountain e Snake Charmer), anche poi se in realtà il vero fautore dei GEFF è l'unico senza illustri precedenti: il chitarrista Ralf Jedestedt.
E si parte subito bene con una doppietta dinamica e frizzante come "Xtacy" e "Fruits of Life", riusciti esempi di rock energico e melodico in bilico tra i seventies e soluzioni più attuali, ma le cose non vanno altrettanto bene con la traccia successiva, "Living Generation" che cerca (senza centrarlo) il giusto groove. Si riparte in quarta con l'epica e cavalcante titletrack, che nelle movenze e sopratutto nell'assolo di chitarra si conferma smaccatamente malmsteeniana, una canzone dove incrociamo un altro noto stakanovista quale Jens Johansson (anche lui un passato glorioso ed un presente negli Stratovarius) in qualità di ospite per l'assolo di tastiera.
Brusca virata per lande più seventies grazie ad un'accattivante e riuscita "Pennywise and Pound Foolish", mentre la ballad "Mr. Cain", oltre a rimandare ai Guns 'N Roses più leziosi, ha ben poco altro da dire.
"Fool’s Paradise" si barcamena tra suoni retrò (con tanto di Hammond) ed un po' di funky, quindi i GEFF tornano a mostrare i pugni con la scattante ed epicheggiante "Crusaders", per poi sperimentare qualche nuova sonorità, sopratutto a livello vocale, con la cangiante ed ammiccante "Grey Goo", prima di salutare gli ascoltatori con la conclusiva e stuzzicante "Innervations", episodio porporeggiante che guarda con insistenza agli anni '70, peccato però per quel refrain davvero troppo banale.
Begli spunti, anche diversificati, tuttavia intervallati da qualche battuta a vuoto. Un disco che comunque brilla anche per le prestazioni dei singoli, Göran Edman ed Anders Johansson su tutti, peraltro pare già al lavoro per un secondo album.
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