Il chitarrista austriaco
Milan Polak è uno di quelli che di gavetta ne hanno fatta tanta, e che sono arrivati a suonare con gente di calibro, fra i quali adoro sottolineare che questo signore è stato pure il chitarrista di
Falco, sì, quello di
"Der Kommissar"!!!
Al di là di queste note colorite, Milan è giunto al quarto disco solista, sfoggiando come sempre una tecnica chitarristica invidiabile, a cavallo tra rock, hard, e con delle venature blues che, in questo ultimo
“Murphy’s Law”, sembrano un po’ sacrificate sull’altare di un genere più moderno, a volte quasi accostabile a certo prog-metal.
Mi sembra ovvio e superfluo, tuttavia, sottolineare come il prodotto sia guitar-oriented, e come il buon Milan, oltre a dilettarsi al microfono, fornisca una prestazione chitarristica davvero degna di nota, com’è nelle sue abitudini.
I brani risultano molto piacevoli e per niente fini a sé stessi. Ci piace menzionare, tra gli altri, la potentissima
“Sheeple”, la bella opener
“Murphy’s Law”, hard rock di classe, la ballad elettroacustica
“Torn”, e l’ultima lunga
“The Mystery of life”, in cui la nuova inclinazione metal-prog dell’austriaco prende respiro e spazio, esprimendosi al meglio.
Non un disco, insomma, da consigliare soltanto ai fans degli
shredders, in quanto il prodotto ha ottime linee vocali, e le canzoni sono godibili ed ascoltabilissime. Un prodotto che, sebbene rischi di far fatica ad uscire dalla massa indistinta di produzioni hard rock del periodo, può fregiarsi di una personalità, di avere carattere, e di essere molto ben suonato. Ben fatto, e forza Milan
(non si fraintenda, per l’amor di dio… ndr!!!).
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