Gigantesco. L’unico modo per definire un album che raggiunge l’ora e mezza di musica e si è dovuto scindere in due cd separati.
I Colour Haze, fantastico trio psycho-stoner di Monaco, hanno composto la loro opera omnia dopo parecchi anni di gavetta durante i quali sono stati incensati dai critici più attenti e bellamente ignorati dal pubblico, anche quello stoner, forse anche per la non facile reperibilità dei loro lavori.
Ora il problema in Italia pare risolto grazie alla distribuzione Vinyl Magic, quindi possiamo goderci questa band che si colloca ai vertici assoluti della scena forte di uno stile assolutamente magico.
Prendete come base gli immancabili Kyuss ed anche gli epigoni Natas, mischiateli con tonnellate di trip lisergico psichedelico, aperture progressive, puntate jazzcore, schizzi tribalistici, heavy, stoner, blues, con tocco ultratecnico ed atmosfera affascinante, dilatate il tutto in jams smisurate (alcuni brani toccano i 18 minuti..) con la rilassatezza strumentale delle Desert Sessions, mettete anche un pizzico di ipnosi krautrock e lanciatevi nella full-immersion definitiva dello psych-rock.
Scendere nei particolari di questo viaggio nelle profondità del deserto è impossibile, bisognerebbe descrivere ogni pennellata, ogni squisitezza, ogni allucinazione messa in atto dal geniale trio.
Basti soltanto sapere che nei nove minuti di “Sundazed” è cosa immediata captare chi ha preso oggi il posto dei migliori Kyuss, che la rarefazione liquida della monumentale “Weltraummantra” è figlia legittima dei Pink Floyd di “Ummagumma” e che l’iniziale “I won’t stop” sposa la grinta acida dei Blue Cheer con un tocco di robustezza hard alla Iron Butterfly, in una vera delizia settantiana.
Sia sufficiente questo ad ogni appassionato per precipitarsi all’acquisto di un vero capolavoro.
Ciò che più meraviglia è la assoluta scorrevolezza di un disco che per la sua mole sarebbe potuto risultare alquanto ostico e magari palloso, mentre invece tiene incollati all’ascolto grazie ai suoi sviluppi sempre diversi ed affascinanti, a tratti energici e travolgenti oppure sognanti e raffinati, e ci fa giungere alla fine rinfrescati e rigenerati da una saziante trasfusione di linfa rock.
A volte si spendono fiumi di parole per albums poco più che mediocri, io ne spreco molte meno per un disco che deve necessariamente fare parte della collezione di chiunque si professi amante del rock di qualità.
Visionario, mordente e completo come pochi, da mettere insieme alle opere più ispirate di King Krimson, Greateful Dead, Cpt. Beyond, oltre a tutti i gruppi già citati.
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