Copertina 6

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2009
Durata:48 min.
Etichetta:AFM Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. RIDE THE SKY
  2. TORN-BURNING LIKE FIRE
  3. LAST IN LINE
  4. WISHING WELL
  5. SALVATION DAY
  6. VIVALDI, SUMMER 2ND SET
  7. POWER
  8. YOU AND I
  9. END OF DAYS
  10. FALLING
  11. FAREWELL

Line up

  • Rick Altzi: vocals
  • Olaf Lenk: guitars
  • Wolfman: bass
  • Alex Landenburg: drums

Voto medio utenti

La nuova incarnazione degli At Vance, quella con Rick Altzi alla voce, per intenderci, accompagna il mastermind Olaf Lenk nella pubblicazione dell'ottavo album per la band. Come passa il tempo.... Già otto dischi alle spalle di questa power metal band, che ha fatto della melodia la carta vincente per distinguersi dai tanti comprimari nella lotta per l'ultimo cd venduto...
Non si è persa affatto, anzi si solidifica se possibile, la somiglianza tra questi At Vance ed i Masterplan dell'era Lande, "colpa" sicuramente del timbro di Rick, ma stavolta la penna di Olaf non è forse riuscita, almeno non appieno, a compiere il miracolo.
E così, questo "Ride the Sky" mi risulta banalotto, seppur piacevole e vario nei suoi brani. Peraltro, alle spalle dell'ascolto del medesimo, si consuma un piccolo giallo tra le mie pagine web: la label AFM, infatti, mi fornisce un cd digitale con 11 tracce, mentre il sito ufficiale riporta 13 brani, ed in un altro ordine! Beh, pazienza, se la vedranno tra di loro.... Certo che un pò di coerenza non guasterebbe,eh...

Volete sapere, allora? Beh, brani come "Power", "End of Days", la title-track, farebbero gioire ogni fan del power più puro ed incontaminato; peccato però che, nel calderone, ci finscano pezzi moooolto meno convincenti come il lento "You and I", una interpretazione di un movimento dell'Estate di Vivaldi, una cover degli incoverizzabili Free (parlo della stupenda "Wishing Well") , ed altri brani che rendono questo "Ride the Sky" un prodotto difficilmente affascinante, sebbene la copertina ti richiami alla mente scenari power moderni (penso alla cover degli Stratovarius, e molti altri dischi power che in questo periodo prediligono l'elemento "ghiaccio", forse spinti dalla ventata folk nordica che sta lentamente, ma inesorabilmente contaminando il genere.... e di cui, peraltro, qui non c'è la minima traccia!).

Insomma, gli At Vance ci hanno da tempo abituato ad alti e bassi, stavolta dovremo accontentarci di una sufficienza stiracchiata.
Recensione a cura di Pippo ′Sbranf′ Marino

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