Un nuovo disco dei Torment va accolto sempre e comunque con allegria… Da sempre gruppo minore della scena teutonica (Sodom, Destruction, Kreator, Tankard e compagnia bella, per quelli di voi che hanno vissuto su Marte negli ultimi trent’anni…), i Torment portano avanti imperterriti da venticinque anni il proprio progetto, sia musicalmente che concettualmente. Se da un punto di vista musicale, infatti, ci troviamo di nuovo di fronte ad una sorta di Motorhead che copulano con i Sodom (e non è un caso che i nostri nel tempo libero si dilettino con una cover band del gruppo di Lemmy!!), da quello lirico/attitudinale il buon Jorn Ruter anche questa volta ci intrattiene con tematiche legate al porno, all’alcohol, alla violenza e allo ‘stile di vita metallaro’… Niente di nuovo all’orizzonte, quindi, e nemmeno lo auspicavo, sinceramente… In “Tormentizer” troverete tutti gli elementi che hanno fatto la fortuna della band di Amburgo (assistete ad un loro concerto e capirete di cosa sto parlando…): thrash’n’roll ai limiti del demenziale, per lo più impostato su tempi veloci supportati da tupa-tupa incessanti, riff assassini e la voce al vetriolo del buon Ruter a fare da ciliegina sulla torta. E se si è parlato di Motorhead non lo si è fatto a caso, basti ascoltare “Stalker”, una sorta di “Orgasmatron” rivisitata, per avere un’idea della proposta dei nostri. Ma non è di certo solo la band dello zio Lemmy ad ispirare i Torment, ma anche tanto punk ‘ignorante’, leggi G.B.H. o primi Bad Religion, che si fonde alla perfezione con il lato più rockeggiante dei nostri (“The ones you love to hate”, “Nothing to repent”). Se a tutto questo aggiungete dei sani cori da birreria in pieno stile tedesco, ma soprattutto del buon thrash metal grezzo e diretto come la scuola teutonica insegna, avrete un quadro completo di ciò che potete ascoltare in questo “Tormentizer”. Già sentito? Sicuramente… Poco innovativo? Assolutamente… Divertente? Altrettanto vero… Questo per farvi capire che la cosa bella dei Torment è la loro ingenua semplicità, che quindi paradossalmente diventa anche il loro punto di forza… Se cercate un album divertente con il quale passare 3/4 d’ora in spensieratezza e rilassarvi, magari bevendo qualche litro di birra durante l’ascolto, allora questo “Tormentizer” fa al caso vostro, altrimenti andate ad ingrippare i vostri cervelli appresso alle ultime uscite dell’ultimo gruppo brutaltechnodeath della Malesia… Un disco per gli amanti delle sonorità anni ’80, del thrash in generale, ma di quello diretto e ignorante, o dei fanatici di Jorn Ruter, certamente un personaggio carismatico, capace, da solo, di catalizzare l’attenzione in sede live…
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?