Dal Veneto con furore: dopo due demo e ben sei anni di intensa attività, i nostrani
Future is Tomorrow arrivano finalmente al primo lavoro sulla lunga distanza, autoprodotto ma confezionato in maniera davvero egregia, nei suoni come nella quota più prettamente artistica.
"
Fit to Die" si muove su coordinate power/prog, un sound molto moderno affiancato, in molte tracce, da un coro in latino che rende il tutto molto epico e gli conferisce una patina da "concept" sulla morte e la rinascita dell'uomo in una società mercificante, svilente, distruttiva dell'intrinseca purezza dell'animale umano.
I nostri ci danno dentro con stile e perizia agli strumenti; le tracce sono ben lavorate, mai come in questo caso l'arrangiamento è curato, non frettoloso, e riesce a dotare ogni song del lotto di personalità, in modo da non lasciar disperdere le buone idee che ammantano le composizioni.
Otto brani di certo non brevi, da 5 a ai 10 minuti della conclusiva "
The Day of Retribution", composizioni in cui, oltre alle innegabili radici theateriane, potrete sentire richiami al power più melodico di Vision Divine e Labyrinth. E se "
All for you" sa di Shaman e Andrè Matos (a proposito, gran bella prova di Max dietro al microfono), ho da dare la mia personale medaglia d'oro all'opener "
Dead", che riesce ad impastare in maniera magistrale melodia e "botta", per un pezzo davvero convincente, così come la lunga suite finale, dieci minuti di classe e tecnica sopraffine, al servizio di idee musicali piacevoli e convincenti.
Disco insomma altamente consigliato, sebbene il power/prog covi in seno la serpe di essere spesso "né carne né pesce", rischiando di non soddisfare appieno i puristi dei generi di provenienza. Poco male, i Future is Tomorrow sono una gran bella realtà tricolore, e meritano rispetto, supporto, stima.
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