Gli
In Tormentata Quiete tornano a distanza di quattro anni dal debutto omonimo con il nuovo “
Teatroelementale". Il disco in questione è chiaramente un concept sul teatro drammatico, con ben evidenti echi pirandelliani, che alterna ad ogni canzone un monologo, con tanto di introduzione con “
Discorso sul teatro drammatico” ed epilogo.
In sostanza su 15 tracce troviamo solo 7 canzoni. Sottolineo la proporzione solo perché credo che alle lunga tutti questi intermezzi facciano perdere al disco amalgama ed impatto, risultando a volte noiosi e forzati, sebbene in media abbiano la breve durata di un minuto e mezzo.
L’enfasi declamatoria, vana negli intermezzi, assume una dimensione decisamente più interessante nelle canzoni. È bene precisare subito che è difficile catalogare univocamente la musica degli
In Tormentata Quiete perché, come descrivono bene essi stessi, si nutre di diverse componenti, che vanno dal folk al progressive, con scream’s black metal e un’atmosfera che, più che gotica, ha un che di “stregonesco”, di medievale.
Caratteristiche precipue del sound della band bolognese è la doppia voce clean/screaming, canzoni strutturate e articolate, medio/lunghe, tappeto tastieristico di supporto, capace di aggiungere densità alle trame chitarristiche, e l’intervento sporadico di un sax, molto suggestivo, come ad esempio nella splendida “
La danza del fuoco”. Notevoli i momenti melodici della canzoni, ad esempio molto belli quelli di “
Il pianto della terra”, canzone, quest’ultima, che si permette addirittura un momento di techno metal quadrato e percussivo dal flavour messhugghiano.
In “
Dell’uomo e del vento” fa capolino anche una voce femminile, quella di
Edera dei
Domina Noctis, la quale aggiunge malia alla canzone.
La sensazione che si ha, ascoltando “
Teatroelementale”, è che la band abbia grandissime potenzialità, anche se queste sono semi-annegate tra i monologhi teatrali, nel tentativo, alquanto pretenzioso, di dare vita ad un concept che, se da un lato, appare affascinante, dall’altro, sembra mal congegnato. Inoltre, a parere di chi scrive, il sound della band avrebbe bisogno di una maggiore definizione, di un’identità più marcata, perché se è vero che l’ascolto lascia talvolta stupiti per le capacità compositive, è anche vero che, fermata la musica del cd player, si fa fatica a ricordare i singoli pezzi, col risultato che gli
In Tormentata Quiete non sono più una band con un proprio suono, ma una band con un’idea di suono, che è cosa ben diversa.
Il giudizio finale su questo disco è interlocutorio, e si presta a diverse interpretazioni a seconda della prospettiva che si vuole assumere.
Non è un capolavoro, ma è sicuramente un disco fuori dall’ordinario, pur con i suoi contrasti.