Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:51 min.
Etichetta:Candlelight Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. CASTLE OF SKULLS
  2. NOTHING BUT CONTEMPT
  3. PERSONAL EXORCISM
  4. LAID TO WASTE
  5. GRAND FEAST FOR VULTURES
  6. HORSEHEAD NEBULA
  7. ONE STEP CLOSER TO THE GRAVE

Line up

  • Pete Evil: vocals/guitar
  • Dor Amazon: guitar
  • Bosse: bass
  • Faust: drums

Voto medio utenti

Gli Blood Tsunami sono un gruppo particolare e tradizionale allo stesso momento. Particolari perchè in formazione annoverano musicisti già attivi nella scena internazionale, fra cui un certo Bard Faust (Emperor, Aborym) alla batteria, che non ha certo bisogno di ulteriori presentazioni, eppure sono passati quasi inosservati alle attenzioni di critica e pubblico. Tradizionali perchè si cimentano in un Thrash Metal d'annata molto influenzato dalla lezione dei primi Slayer, con quei riffs così asciutti e tesi. Grand Feast For Vultures è il loro secondo album e rispetto all'esordio si presenta ancora più diretto e marcio, almeno in canzoni come Castle Of Skulls e Nothing But Contempt, poste giustamente in apertura. Andando però avanti con l'ascolto ci si rende conto che oltre ad un abrasivo e sintetico Thrash Metal è presente altro; una voglia di cercare soluzioni nuove e più personali, anche sotto il punto di vista tecnico/musicale. In questo modo vanno forse interpretate le lunghissime (per uno stile simile) Horsehead Nebula e la conclusiva One Step Closer To The Grave. La prima è una lunga traccia strumentale in cui si fa sentire minacciosa l'ombra degli Iron Maiden per tutta la sua durata, mentre la seconda è una canonica scoria Thrash Metal, che sicuramente poteva essere più corta e concisa. Tralasciando anche il discorso della produzione dei suoni, a cui penso ci siate arrivati da soli... bisogna dire che fa piacere qualche volta tuffarsi in questa sorta di tributo al passato, senza per forza di cose doversi concentrare su elementi che diventano secondari. Gli Blood Tsunami magari non andranno da nessuna parte ma si fanno apprezzare per la loro semplicità.
Recensione a cura di Andrea 'BurdeN' Benedetti

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