Quattro anni di attesa, e non poteva essere altrimenti, per una band unica e, a suo modo, inimitabile come i tedeschi
Rammstein. Provare a definirli, da sempre è impresa ardua: chi li considera un fenomeno da baraccone, chi li osanna come la nuova frontiera del metal, chi li condanna o li ama per il loro uso quasi esclusivo della lingua madre, il tedesco, per i loro brani: insomma, come ogni volta, anche questo nuovo, attesissimo capitolo della saga farà discutere, e non poco.
E le novità iniziano ad arrivare già un mesetto fa, quando viene pubblicato su un sito per adulti il nuovo video: trattasi di “
Pussy”, song scelta come apripista, e per la quale la band realizza un video a dir poco porno! Primo colpo di scena, direte voi: macché, chi conosce i Rammstein sa che la provocazione, mescolata ad un’ironia sottile e sarcastica, sono da sempre trademark della band. Il 16 ottobre, finalmente, termina l’attesa, ed eccoci quindi ad ascoltare e recensire “
Liebe ist für alle da”.
11 tracce, come nella tradizione, con una ballata posta in mezzo e una alla fine. Un’apertura col botto, grazie ad una tripletta da urlo: “
Rammlied” torna ad auto-inneggiare alla band, con un sound granitico e semplicemente perfetto, “
Ich tu dir weh” (“ti faccio male”) si avvale di ritmiche schiacciasassi per un pezzo che è già un classico, “
Weidmanns Heil” (“il saluto del cacciatore”) è il primo macigno vero e proprio, uno speed tempo che più Rammstein non si può. L’inizio, insomma, è di quelli più che promettenti. Ma le novità e le sorprese, com’era lecito aspettarsi, sono dietro l’angolo. “
Haifisch” (“squalo”) paga il giusto tributo ai Depeche Mode, da sempre ispiratori della band, “
B********” è il secondo schiaffone in pieno stile Rammstein, forse il pezzo più duro del lotto, nel quale la voce a mio avviso stupenda di Till si esprime al meglio in tutta la sua violenza artistica, sostenuta, com’è solito, da una sezione ritmica impressionante, e da un Christoph Schneider semplicemente fantastico dietro le pelli, forse la sua miglior prestazione di sempre.
Il disco procede con il primo momento morbido: la tanto amata Francia viene immortalata da Till e soci in “
Frühilng in Paris” (“primavera a Parigi”), song morbida e malinconica, che cita addirittura versi di Edith Piaf nel testo. Giusto il tempo di riprendersi, insomma, per poi ripartire a razzo: “
Wiener Blut” (“sangue viennese”) è cattiveria allo stato puro, “
Pussy” è il pezzo ruffiano e presaperilculo alla “Amerika” che tutti si aspettavano di trovare, e la velocissima title-track ci riporta ai fasti di Sehnsucht, pur con un sound in parte rinnovato ma ciò nondimeno violento e compresso, come tradizione comanda. Le conclusive “
Mehr” (“più”) e “
Roter Sand” (“sabbia rossa”) segnano un lieve calo di tono, portando lentamente l’ascoltatore verso la fine del dischetto con una lacrimuccia sul viso, e con la nostalgia e la voglia di risentire questo disco ancora, e ancora, e ancora.
Insomma, cari lettori, il nuovo “
Liebe ist für alle da” suona
Rammstein al 100%. Quindi, che piacciano o no, i tedeschi sono tornati a far danni, con una perizia, un’esperienza ed un’attitudine semplicemente invidiabili. Se vi piacevano prima, non potrete privarvi di questo nuovo capitolo. Se li trovavate poco interessanti, beh, evitatelo: il nuovo album afferma un passato ed un presente solidi, concreti, convinti. Nota a margine per la stupenda confezione, e per una produzione davvero da incorniciare, con dei suoni semplicemente mostruosi per potenza e pulizia cristallina, altro che “
Death Magnetic”!!! Qui potrete alzare il volume a mille, come il sottoscritto, e far tremare la casa grazie al vocione di Till: i Rammstein sono tornati, che vi piaccia o no.