Nella loro lunga carriera, gli australiani
Mortification, sempre sotto la guida di Steve Rowe, non hanno mai rinunciato a dare dimostrazione della propria fede cristiana, ma questo non li ha esentati da proporsi in alcuni lavori non sempre all'altezza. Un ruolo, sicuramente non ambito, che tocca purtroppo anche a "The Evil Addiction Destroying Machine", il quattordicesimo studio album della loro nutrita discografia.
Sul loro nuovo disco i Mortification si propongono in quello che si rivela un Thrash Metal retrò ma allo stesso tempo contaminato sia da influenze venomiane ("Resurrection Band") e motorhediane (la titletrack o "I'm Not Confused"), grazie anche al basso pulsante dello stesso Steve Rowe, sia da un approccio quasi "crossover" alla D.R.I., X-Creta o Carnivore ("Elastisized Outrage", "One Man With Courage Makes a Majority").
Un mix che di per se non sarebbe certo negativo, se non fosse affrontato con un songwriting noioso che da vita ad una decina di canzoni che non mordono e che non decollano mai, destinate ad affossare ogni buona intenzione, come nel caso sintomatico di "Pushing the Envelope of the Red Sonrise" o della sconclusionata "Alexander the Metalworker".
Non bastano un basso galoppante e qualche buona intuizione del chitarrista Michael Jelinic a salvare un album deludente.
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