I tedeschi
Mortuus Infradaemoni sono l'ennesimo gruppo che nasce da una costola dei Lunar Aurora, e non possono fare altro che proporre del tradizionale Black Metal. Rispetto al sound dei Lunar Aurora ci si trova al cospetto di un approccio ancora più etereo, freddo e distaccato, complice una struttura melodica che fa del riff di chitarra l'elemento basilare su cui poggiare tutta la successiva discesa negli inferi.
Imis Avernis è sicuramente un prodotto di buona caratura ma soffre di un difetto: la durata. Sessanta minuti di Black Metal tutto uguale, dall'inizio alla fine, con pochissime variazioni sul tema, credo riuscirebbe nell'intento di annoiare anche il più devoto dei metallari a queste sonorità. Quando vengono presi in piccole dosi invece i Mortuus Infradaemoni si fanno apprezzare per quella tipica e morbosa rincorsa dietro al riff "zanzaroso", e per quelle voci che tutto sembrano, tranne che umane. La Norvegia è un'ombra ingombrante nell'economia generale di questi ragazzi, e Imis Avernis non si fa certo problemi a sputare fiamme e lava omaggiando gruppi come primi i Darkthrone, anche se ad onor del vero è impossibile non udire anche una certa influenza dei Lunar Aurora, ma è fisiologica una cosa simile. La questione è molto elementare: prendere o lasciare, qui c'è solo ed esclusivamente del puro ed incontaminato Black Metal, fuori dal mercato, fuori dal mondo e fuori da qualsiasi logica innovativa.
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