L’anno 2000 è stato davvero memorabile per i fan di musica progressiva (ricordo, tra gli altri, “The Perfect Element” dei Pain of Salvation, il doppio “Universal Migrator” degli Ayreon e “V: The New Mythology Suite” dei Symphony X) e i
Transatlantic sono stati la ciliegina sulla torta: un (altro) super-gruppo formato da
Mike Portnoy (all’epoca ancora membro dei Dream Theater) alla batteria,
Neal Morse (ex-Spock’s Beard) alle tastiere,
Roine Stolt (Flower Kings) alle chitarre e
Pete Trewavas (Marillion) al basso.
La formazione ha le idee chiare. Per prima cosa “si canta tutti”, dopodiché si propone un “revival” degli antichi fasti progressive degli anni Settanta con un “twist” spettacolare e divertente o comunque molto poco autoindulgente (che, diciamolo, fa un po’ a pugni con l’immaginario progressivo). Quattro brani originali e una cover dei Procol Harum (ricordate “A Whiter Shade of Pale”? Bene, non è quella, ma “In Held ‘Twas In I”, suite il cui titolo insensato proviene dalle parole iniziali delle sezioni delle liriche che la compongono) per un totale di 77 minuti di musica (insomma, con tutta la buona volontà roba per stomaci forti). L’iniziale “All of the Above” è un po’ la “summa” del sound dei Transatlantic: tastiere e batteria in primo piano (quando c’è Mike Portnoy del resto è abbastanza inevitabile), chitarre equilibrate e mai invadenti, sezioni strumentali imponenti e ampio sfoggio di cori e armonizzazioni di memoria beatlesiana (tutti i membri sono accaniti ammiratori del quartetto di Liverpool). E tutto in “soli” 31 minuti! “We All Need Some Light” è una deliziosa ballata di Morse, utile anche a smorzare un po’ i toni, mentre “Mystery Train” e “My New World” sono brani più eterogenei che ripropongono, con le dovute “variazioni sul tema”, la formula del primo brano. Menzione a parte per la già citata “In Held ‘Twas In I”, strutturalmente molto fedele all’originale ma dall’impatto amplificato dal sound caratterizzante della band.
In conclusione, un esordio di prima classe per una formazione la cui storia ha poi confermato le ottime impressioni iniziali.
A cura di Gabriele Marangoni
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