Prima di pubblicare
In Rock, i Deep Purple erano ancora “solo” una band di discreta fama, arrivata al grande pubblico grazie a qualche singolo estratto dai precedenti album, tra cui la celebre
Hush. Quello che ha cambiato per sempre la storia del gruppo e dell’hard rock mondiale, invece, è cominciato proprio grazie a questo disco, nel lontano 1970.
L’album si apre con un groviglio di suoni distorti, presto dominati dalle note di Hammond, che sfociano nella furiosa
Speed King, maestosa opener veloce e incalzante che non lascia superstiti. Si prosegue poi con
Bloodsucker, il cui granitico riff riecheggia ancora oggi nelle scalette che i Deep Purple propongono dal vivo e fa traballare gli stadi di tutto il mondo. Con la terza track, invece, i Deep Purple danno libero sfogo a tutte le loro potenzialità: stiamo parlando di Sua Maestà
Child In Time. Una canzone maestosa, inarrivabile, dove Gillan fa capire a tutti quanti che da quel momento essere un cantante avrà tutto un altro significato e dove tutto il resto della band si prodiga in un lungo intermezzo centrale carico di pathos e di classe. Passata la tempesta, In Rock ci regala altre quattro perle:
Flight Of The Rat, Into The Fire, Living Wreck e Hard Lovin’ Man. Tutte veloci, divertenti e cariche di un’energia mai sentita in precedenza. Raramente un album ha la capacità di tenerti incollato allo stereo per tutta la sua durata, ma la magia di In Rock è proprio questa, perché non stanca mai, nemmeno dopo centinaia di ascolti.
Qui sono espresse in maniera inequivocabile tutte le capacità tecniche e artistiche della Mark II (
Gillan, Blackmore, Lord, Glover, Paice): melodie accattivanti, capacità di improvvisazione fuori dal comune e capacità di inventare qualcosa che fino a quel momento non esisteva. Ma fa ancora più specie pensare che tutto questo è stato creato da ragazzi che all’epoca avevano tra i 22 e i 25 anni, se escludiamo nonno Lord che già era in vista dei 30.
Deep Purple In Rock è un capolavoro immortale, che chiunque dovrebbe avere in casa e conservare tra gli oggetti più cari. Un disco imprescindibile per chi si avvicina al mondo dell’hard rock e per tutti quelli che vogliono capire quanto abbiano significato gli anni ’70 per la musica di oggi. Un disco che quest’anno spegne 40 candeline. Personalmente, firmerei per arrivare così splendidamente in forma a 40 anni!