"Che patata", come direbbe un damerino francese di fine '800! Ma, tralasciando le valutazioni meramente visive, il nuovo solo album di Kimberley Dahme esprime, in ogni sua nota, l'amore per la bella e bravissima cantante/musicista americana per il rock americano più puro, libero di scarrozzare sulla Route 66, ed impregnato fortissimamente di quel sound che solo Nashville, Tennessee, è in grado di fornirti.

Nata nella West Coast, la giovane Kimberley decide giovane di spostarsi sull'altra sponda, per meglio assecondare le proprie ambizioni artistiche. E' così che, in pochi anni, finisce addirittura a suonare il basso per i leggendari Boston, oltre ad una miriade di altre produzioni. Questo quinto disco solista, dunque, non sposta di un millimetro il discorso sonoro sin qui intrapreso. Southern rock molto vicino a Sheryl Crow, o ai summenzionati Boston, ed una vera malinconica che più si confà alla matrice blues di cui la bella Kim è felicemente ammalata. 38 minuti per un totale di 11 songs da ascoltare a cuor leggero, con una ottima dose di leggerezza nel cuore e nell'anima. Ovvio e scontato che la proposta è per aficionados del genere, ma questo "Can't a Girl change her Mind" (stranamente pubblicizzato in America con un altro titolo, "You Make me Believe") ha in sè tutti i crismi del bel disco: un ottimo gruppo di sessions accompagna le esecuzioni di Kim, che qui si diletta, oltre che dietro al microfono, anche alla chitarra e al basso.
La polvere della Route ti invoglia a non fermarti, e ascoltando la Dahme ti sembrerà quasi di essere in un road bar lungo la strada, fermo a consumare un hot dog, in attesa che il buon vecchio Rusty finisca di fare il pieno alla tua Camaro...