Il nuovo disco dei
Dark Fortress è sicuramente un piccolo passo avanti e la band sembra esserne completamente cosciente, tanto da ostentare uno spettro di soluzioni stilistiche molto varie, in alcuni casi accattivanti, ma in altre forse un po’ troppo pretenziose.
Ylem è un disco massiccio, per la sua durata che si avvicina ai 75 minuti e soprattutto per la cappa di oscurità e pesantezza che sa emanare. Ormai è quasi scontato dire che le radici stilistiche sono ben salde nel Black Metal melodico che da sempre li contraddistingue. In brani come Evenfall, Redidiver, The Valley e nella conclusiva Wraith tentano anche di mettere in secondo piano la loro furia sonora per mettere in evidenza soluzioni più lente e vicine ad un certo Doom Metal. A volte i risultati si fanno apprezzare, in altri – le ultime due canzoni – i Dark Fortress sembrano mostrare il fianco con trovate che non coinvolgono più di tanto l’ascoltatore, annoiando di conseguenza. Quando invece si lasciano andare in quegli elementi a loro più consoni, e mi sto riferendo alla title track, Osiris, Silence e As The World Keels Over, si mettono in mostra con un tiro che sa far valere le proprie potenzialità. Veloci, armoniosi, sinuosi e al limite con un’imponenza che flirta con l'epico. E’ ovvio che in un album dalla durata così elevata ci può stare qualche cedimento strutturale, e diciamo che ci si potrebbe anche passare sopra. La cosa buona nel caso dei Dark Fortress è che sono stati in grado di dimostrare ottime capacità evolutive in un genere che di per se non ha molto altro da offrire, ma da anni.
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