Sebbene gli olandesi
The 11th Hour siano qui al debutto, al timone di questo progetto musicale ci sono due musicisti che non sono esattamente di primo pelo:
Ed Warby e
Rogga Johansson hanno militato e militano in una miriade di formazioni più o meno famose, dagli
Aggressor, ai
Gorefest, passando per
Ayreon e
Edge Of Sanity, quindi di gavetta ed esperienza alle spalle ne hanno parecchia. L'intento di questo ennesimo progetto è quello di dedicarsi ad un tradizionale doom metal, ispirato perlopiù ai capisaldi del genere come Candlemass e Solitude Aeternus, non resistendo tuttavia alla tentazione di infilare qualche richiamo al doom/death alternando la voce pulita di Rogga al growl possente e cupo di Ed. I brani si presentano piuttosto estesi, e tra riff lenti e pesanti ci danno in pasto 52 minuti di doom classico, nè più nè meno: i The 11th Hour ripercorrono con la diligenza di uno scolaretto coscienzioso i dettami del genere, stando bene attenti a non andare mai fuori dal seminato. Voce sofferente e growl disperato, mentre le chitarre, sottolineate a volte da tastiere mai invasive, imbastiscono riff decadenti su ritmi funerei, sono il filo conduttore di questo
"Burden Of Grief" che si propone come una qualsiasi altra uscita del filone, non proponendo certo musica brutta ma non brillando nemmeno per inventiva o particolare incisività. Il debutto degli olandesi quindi si rivolge solamente agli irriducibili del doom più classico che non disdegnano qualche incursione death metal per quel che riguarda il cantato.
Da gente di tale guisa sarebbe forse lecito aspettarsi prodotti di ben altro livello, ma considerando che il side project a nome The 11th Hour altro non è che un progetto parallelo è probabilmente troppo richiedere la qualità che spetta ad un gruppo "vero".
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