Copertina 7

Info

Demo
Anno di uscita:2010
Durata:18 min.

Tracklist

  1. INTRO
  2. I DON'T WANT TO...
  3. LA LEGGE (N)'È UGUALE PER TUTTI
  4. JARHEAD
  5. NEVER LOOK BACK
  6. THE LAW OF EVIL

Line up

  • Vito: vocals
  • Andrea: guitar
  • Davide: guitar
  • Mario: bass
  • Pasquale: drums

Voto medio utenti

Attivi già da tre/quattro anni con il nome di Trainhell, i cinque giovani di Campobasso decidono di cambiare nome in Trodden Shame poco prima di recarsi a Roma per la registrazione del loro primo demo ufficiale, ritenendo il vecchio moniker poco rappresentativo e poco adatto alle tematiche e all’attitudine del gruppo.
Sorvolando su un’intro abbastanza superflua è “I don’t want to…” a darci il benvenuto, e lo fa con un rifframa molto alla Testament. Fin dalle prime note si capisce che nonostante la giovane età i ragazzi hanno già raggiunto un livello tecnico di tutto rispetto, in particolare il batterista Pasquale e la prima chitarra, Andrea, autore di numerosi assoli davvero pregevoli. Quello che forse manca è un po’ di originalità nella proposta, visto che le influenze, dai già citati Testament agli Slayer, vengono fuori un po’ troppo frequentemente, però calcolando che siamo davanti ad un demo di esordio, per di più di una band molto giovane, la cosa ci può stare. L’importante è che per i prossimi brani evitino di voler a tutti i costi preoccuparsi troppo di inserire la parte alla Slayer o il riff alla Exodus, per capirci, e riescano a concentrarsi di più sul proprio stile, visto che fin’ora l’unica cosa certa è la loro intenzione di ispirarsi alla scena thrash americana più tecnica e precisa, rispetto per esempio a quella tedesca, lontana anni luce dallo stile dei nostri.
E a tal proposito, altro consiglio che mi sento di dare è quello di cercarne uno più omogeneo, visto che tra i cinque brani proposti, per quanto belli presi singolarmente, c’è una certa differenza stilistica che denota una sorta di incertezza da parte del gruppo, che ancora non trova del tutto una propria strada. Esempio ne è il terzo brano, “La legge (n)’è uguale per tutti”, che oltre ad avere la particolarità di essere cantato in italiano è anche anni luce distante dagli altri presenti nel demo, con uno stile che si avvicina più all’hardcore che al thrash di derivazione Bay Area. “Jarhead” oltre ad essere la titletrack è anche il brano che meglio degli altri esprime il concetto caro ai nostri, la canzone che più si avvicina all’artwork e ai testi del cantante, per lo più di stampo sociale. Ancora una volta riffoni alla Testament, e l’influenza dei cinque di Oakland si sente anche nel modo di cantare di Vito, leggermente tendente al growl, al quale consiglierei un tono più strillato, come ogni tanto già fa, che si adatta meglio alle sonorità del gruppo, invece che persistere sulla voce più cavernosa, e di inserire qualche coretto in più qua e là per rendere il tutto più completo. Il brano è leggermente meno veloce degli altri, e propone un altro ottimo assolo, mentre personalmente non ho assolutamente apprezzato una parte della strofa con voce pulita isterica, ma tant’è…
Ancora un brano corto e diretto, “Never look back”, e questa volta sono gli Slayer a far capolino, prima che “The law of evil” ponga il sigillo ad un demo tutto sommato più che sufficiente. La registrazione è buona e mette ben in risalto sia le chitarre che la batteria, anche se per qualche strano motivo nel mix finale si sono tutti scordati del basso, praticamente inesistente per tutta la durata dei brani.
Cos’altro aggiungere… le premesse e le capacità per fare buone cose ci sono tutte, la prima prova ufficiale è stata superata, ora non devono far altro che mettere in pratica tutti i consigli che riceveranno in fase di recensione e lavorare sodo per un secondo demo capace di polverizzare questo già più che buono “Jarhead”. Punto su di loro…
Recensione a cura di Roberto Alfieri

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