Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:49 min.
Etichetta:Napalm Records

Tracklist

  1. CORE OF LIVE
  2. TWINKLING SHADOW
  3. WARRIOR'S TALE
  4. DES LEBENS TRAUM, DES TRAUMES LEBEN
  5. I COME UNDONE
  6. FIREFLY
  7. MORNING STAR
  8. DAS KLEINE UNGEHEUER
  9. MOTHER'S FIRE
  10. RAINBOW
  11. THE DARK BRIDGE

Line up

  • Sandra Schleret: vocals
  • Pete Streit: guitar
  • Christian "Chris" Gruber: guitar
  • Tom Saxer: bass, vocals
  • Max Naescher: drums

Voto medio utenti

Si tratta di una Gothic band fuori dagli schemi classici, dalle norme fissate e dalle categorie stabilite da ogni gruppo appartenente a questa sfumatura della musica Metal che si obbliga a volere e seguire per emulare i classici esempi prescritti dai ''giganti'' del ramo a cui appartengono.
Il gruppo in questione si chiama Elis, proviene dal Liechtenstein ed ha alle spalle una buona attività sia in studio che live.
Precedentemente avvistati sul palco di festival rinomati del settore Gothic mondiale come: ''Wave Gothik Treffen'' e ''M'era Luna'', la band, nel Novembre 2009 effettua la quinta pubblicazione dal titolo ''Catharsis'', via Napalm Records.
Disco successivo a ben tre full length, (''God's Silence, Devil's Temptation'', ''Dark Clouds In A Perfect Sky'', ''Griefshire'') datati rispettivamente 2003, 2004, 2006 e un Ep dal titolo ''Show Mw The Way'', questo è un album che presenta undici tracce, di media durata e dalle componenti assolutamente sorprendenti in quanto: non viene evidenziata una voce femminile d'impostazione lirica, i brani non hanno un andamento flemmatico e malinconico, i cori orchestrali imponenti e illustri vengono aboliti completamente... Si tratta di tutt'altra cosa, ovviamente in senso positivo.
Elis pare non concernere l'imitazione, lo standard portato avanti dal genere in cui si identifica e di cui si corcondano molte altre band (in particolar modo si fa riferimento al settore emergente), pur non avendo le adeguate competenze tecniche e capacità stilistiche alle spalle.
Alla voce femminile di Sandra Scheleret bisogna riconoscere dei particolari meriti, ovvero quello di non sfociare nell'ambito della megalomania e il distanziarsi dall'abbracciare il canto lirico.
Si tratta di una vocalist( e ciò non è da tutti) che ha colto la grandezza e il potere del controllo vocale in ogni forma e tonalità, della stessa metodica che può essere tale anche in caso non presenta un taglio da cantante d'opera...
Per fare del buon Gothic Metal, sicuramente non è doverosa l'etichetta di Soprano Lirico (quest'ultima, in verità, è una categoria ampiamente scarseggiante nel settore, che spesso viene invertita con altre figure, ugualmente abili, ma che non corrispondono ad essa).
Per quanto riguarda Sandra Scheleret le sue doti vocali emergono con una discrezione degna di nota... Si parla di una voce sottile e curata, caratterizzata da un timbro caldo, che spesso sfocia in modulazioni dirette verso sonorità più orientali.
La capacità strumentale è ben presente ed evidente nell'album; ritmica accelerata, riff di chitarra consistenti, percussioni spesso messe in rilievo e un basso dominante, insieme a delle sottili influenze Heavy e Power rintracciabili, contribuiscono all'originalità del prodotto finito.
Il lavoro di artwork è buono, dai colori caldi e tenui, presenta numerosi dettagli simbolici pur restando disinvolto nell'insieme.
Evidentemente la band mira ad una semplicità di base...
Dimostrazione di ciò, il fatto che viene eseguito il proprio lavoro senza eccedere e con classe; fattore di elevata importanza.
Un'analisi di ''Catharsis'' più finalizzata vede il disco diviso in due parti, una contenente le tracce di stampo ''alternativo'', come: ''Core Of Live'',''Twinkling Shadow'', ''Firefly'', ''Mother's Fire'' e la seconda in cui viene inserito tutto il resto, di stampo puramente Goth con richiami, anche in questo caso originali; cori growl, sonorità curate e ben gestite, nonostante il proprio essere inusuale, ma soprattutto ben intrecciate alle linee vocali.
In rilievo, ed è il caso di dirlo, si trova ''The Dark Bridge''; ultimo brano dell'album, dal sound ricercato e particolare.
Concludendo, un'unica critica mossa nei confronti dei poco pertinenti, ma pur sempre frequenti, abbassamenti improvvisi di volume sul finale melodico dei pezzi, i quali lasciano spazio ad un ''parlato'' maschile e il tutto ricorda tanto la presentazione dei nuovi singoli in uscita fatta da uno speaker radiofonico.
Mettendo da parte questo piccolo accorgimento, gli Elis hanno composto, complessivamente, un buon lavoro, diretto anche agli ascoltatori più ''tradizionalisti''.
Recensione a cura di Ambra Bucci

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