Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2009
Durata:49 min.
Etichetta:Lifeforce Records
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. MUCH US
  2. ABSYNTHE
  3. FOLLOW ME
  4. REACHING THE STARS
  5. THE PERFECT DEPTH OF THE MERMAIDS
  6. AIR
  7. UNDER THE MOURNING RAYS
  8. THE TRIP
  9. SMOKE'S MEN
  10. OUTER

Line up

  • Pablo Egido: vocals
  • Miguel Palazón: guitars
  • Roberto Marco: guitars
  • Paco Porcel: bass
  • Quino Jimenez: drums

Voto medio utenti

La Lifeforce Records è una label di tutto rispetto, con band nel roster di tutto rispetto, che è riuscita a crearsi una fetta di mercato un pò particolare... oltre al classico Death Metal, la lungimiranza di proporre bands di difficile inqudramento come At The Soundawn o come questi spagnoli Nahemah sta sicuramente dando i suoi frutti.

"A New Costellation" segue a tre anni di distanza un album che si era già rivelato per lo meno interessante, ma spinge la band in territori ancora più dilatati ed oscuri, ma al contempo rock ed alcune volte lisergici, in cui la base heavy è ancora molto presente, ma spesso viene amalgamata con taglio vicino ad A Perfect Circle.

La band iberica si ispira sicuramente a mostri sacri quali Opeth, Cult OF Luna, ma anche Katatonia e perchè no ai Pink Floyd, il tutto però con un piglio molto personale che fa di questi quasi 49 minuti un piacevole viaggio musicale.

L'opener "Much Of Us" entra piano con un richiamo ai Refused, per poi subito girarsi in maniera qudrata e un poco epica ed evocativa, arrivando a uno special tutto coinvolgmento e dinamica.

Degne di nota sono la seguete "Absynthe", dal groove tutto batteria e dal sapore Post Rock, in cui fa capolino anche un bellissimo sax che anticipa le clean vocals, che direi calzano a pennello (il sax ricompare anche su "Air", una song tra la lunge music ed e le dilatazioni pinkfloyidane).
Molto, molto interessanti sono anche i 7 minuti e 13 secondi di "Under The Morning Rays" con una spettacolare - per quanto incasinata - parte centrale tutta Prog (in chiarra pulita però) che conduce a dinamiche spaziose e oscure.

La mia preferita è però rimane "Smoke's Man", una song un poco acquosa, però che è in grado di rimanerti dentro, come una camminata all'interno di una foresta in un mondo nuovo.

Un album decismente profondo ed ispirato, che mi porta a definirlo decismente bello.
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.