Sono sempre stato convinto che l'originalità non sia indispensabile per dare alle stampe un buon album, ma un conto è non essere originali ed un altro è essere band fotocopia, un clone, senza neanche un tentativo di metterci del proprio, risultando quasi oltraggioso sia verso i fans che verso la band madre... no, no, non ci siamo mica: questo debut dei francesi Malmonde è esattamente un album che racchiude lo scarto dello scarto dello scarto degli unici, immensi ed inarrivabili Samael, dalla prima all'ultima nota...riffing roccioso appiccicoso e spezzato, grancassa sintetica a tutto spiano, samples che loopano, keyboards che divagano su tappeti cyber, e voce direttamente rubata a Vorph. Il risultato? 35 minuti di noia mortale, di canzoni senza anima, amorfe... e per rendere il tutto ancora peggio, si aggiungono un paio di parti cantate in francese ed imbarazzanti clean vocals... un platter da dimenticare, una band che ad oggi, vive solo di luce riflessa. Sconcertante e disarmante nella sua inutilità. Se questo combo fa parte delle nuove bands rivelazioni di Osmose, beh, i nostri cari cuginetti d'oltralpe non se la passeranno molto bene nel prossimo breve periodo...
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