Copertina 9

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2010
Durata:non disponibile
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. LIES
  2. DEATH RIDES A BLACK HORSE
  3. FESTIVAL
  4. AFTERGLOW
  5. LIVING ON THE EDGE
  6. LOOKING FOR NOTHING
  7. THE EVIL WITHIN
  8. WINTER HEAVEN
  9. I FEAR YOU
  10. NOW

Line up

  • Jon Oliva: vocals
  • Christopher Kinder: drums
  • Kevin Rothney: bass
  • John Zanher: keys
  • Matt Laporte: guitars
  • Tom Mc Dyne: guitars

Voto medio utenti

Il mio modestissimo parere è che Jon Oliva rappresenta per il metal ciò che Roberto Baggio ha rappresentato per il calcio e Giotto per l’arte: un autentico fuoriclasse, di quelli che ne nasce uno ogni cento anni.
Se contiamo Savatage e Jon Oliva’s Pain, quest’uomo ha mai commesso passi falsi? Secondo me no. È vero, alcuni dischi sono meglio di altri, come è normale che sia, ma io non sono mai riuscito a trovarne uno che vorrei fuori dalla mia discografia personale: anche questa volta, dovrò fare spazio a un nuovo lavoro del caro Jon.

Festival ha il gravoso compito di succedere a un disco monumentale come Global Warning e io voglio essere più che chiaro fin da subito: questo è un album diverso, meno diretto, ma assolutamente non inferiore. La differenza fondamentale è che Festival fa più male proprio dove è necessario, perché trasuda heavy metal da tutti i pori, con poche e centellinate soste. Certo, le caratteristiche dei lavori di Oliva ci sono tutte e compaiono anche più di una volta all’interno del disco: cori pomposi, melodie affascinanti, inserti acustici, strizzate d’occhio al progressive, momenti rilassati e splendidi assoli di chitarra. La cosa che più lascia soddisfatti è però il riffing aggressivo e saltellante che accompagna praticamente tutto l’album e che premia gli ascoltatori più legati a un modo antico e ormai quasi perduto di suonare metal.
La band ci regala dieci piccole perle, dove forse l’unico episodio che non convince a fondo è proprio la title-track. Si passa dall’incedere deciso di Lies all’epica Death Rides A Black Horse, dall’incredibile e colorata Afterglow (il cui minuto e mezzo finale è da antologia della musica) alla cattiva Living On The Edge. Il primo rallentamento deciso è rappresentato da Looking For Nothing, ballad acustica con chiare sfumature che richiamano il rock d’autore statunitense, mentre con la successiva The Evil Within il combo torna a puntare deciso su sonorità più cattive. La splendida Winter Haven rappresenta a mio parere il capitolo più Savatage-oriented del disco ed è seguita da un altro pezzo dove si picchia duro, ma sempre con uno stile inconfondibile, come I Fear You. La premiata ditta pianoforte & voce si fa attendere, ma arriva sulla conclusiva Now, arricchita da archi e chitarre che si rincorrono con inserti semplici ma efficaci: delicata e intima, non può fare a meno di regalare un brivido agli ascoltatori più sensibili alla vena poetica della band.

Se amate l’heavy metal, ma soprattutto se amate la musica di classe, questo è un disco da avere a tutti i costi. Da parte mia, non posso fare altro che concedere un nove pieno e commosso. Forse esagero, ma di dischi così, col passare degli anni, se ne sentono sempre meno. Per questo, quando ne trovo uno, non posso fare a meno di macinare ascolti fino allo sfinimento. Forse questo album non entrerà nella storia, ma rappresenta l’ennesimo capitolo di una storia d’amore infinita tra Jon Oliva e il suo pubblico, ultimo tassello, in ordine temporale, della vera e propria enciclopedia del metal rappresentata dalla discografia del Mountain King.
Recensione a cura di Alessandro Quero

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 05 mar 2010 alle 20:21

Grandissimo uomo e artista. Global Warning è ottimo, non vedo l'ora di ascoltare questo...

Inserito il 19 feb 2010 alle 12:38

Un Mito.

Inserito il 19 feb 2010 alle 08:35

L'ho ascoltato venendo in ufficio questa mattina per la prima volta e mi è parso buono anche se in alcuni punti l'attenzione cala un pò... sarà che era il primo approccio, che comunque ha lasciato una buona sensazione di base. Ma d'altro canto con Jon c'era forse da dubitarlo?

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