Copertina 9

Info

Genere:Heavy Metal
Anno di uscita:2010
Durata:36 min.
Etichetta:Metal Blabe
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. GHOST TOWN
  2. FROM THE ABYSS
  3. CREATING OUR MACHINE
  4. BLOOD ON WOOD
  5. IN A WORLD SO CRUEL
  6. MANIFESTATIONS
  7. VOICES WITHIN WALLS
  8. THE DARKEST EYES
  9. FEAR IN THE SKY

Line up

  • Tim “Ripper” Owens: vocals
  • Jason Suecof: guitars
  • Steve Digiorgio: bass
  • Richard Christy: drums

Voto medio utenti

Album strepitoso, prepotente, devastante.

Charred Walls Of The Damned è una super band messa in piedi dal buon Richard Christy, già drummer dei grandiosi Death, Iced Earth e Control Denied, che con la complicità di gente del calibro di Tim 'Ripper' Owens (Judas Priest, Iced Earth & YGM) alla voce, sua maestà Steve DiGiorgio al basso (Death, Autopsy, Control Denied, Testament, Vintersorg, Iced Earth e i pionieri Sadus) e Jason Suecof alla chitarra (produttore e/o mixer mastermind di Trivium, All That Remains, Bury Your Dead, August Burns Red, The Black Dahlia Murder, Daath, Chimaira, DevilDriver e God Forbid tra gli altri) è riuscito a dare vita a una creatura praticamente cinica e perfetta, che in 36 minuti sciolina metallo fuso come se piovesse.

Molto spesso tanti nomi risonanti in una formazione servono come richiamo solamente per le vendite, senza riuscire ad amalgamarsi veramente in musica, ma in questo caso nulla è più lontano da questo concetto.

Puro metallo, suonato con tanto manico, con un drumming impressionante e greve, un basso di pura qualità (il tocco di Steve DiGiorgio è sempre riconoscibilissimo), un guitar riffing fantastico - a volte complesso e compresso, quasi a sfiorae il Death Metal, ma sempre fumante di metallo, molto melodico nei soli, in stile Heavy classico) e una voce incredibilmente potente e furiosa nel suo essere... forse Owens in questo dischetto è riuscito a dare veramente il meglio di se stesso, andando ben oltre a tutte le cose registrate fino ad ora... una grandissima personalità vocale senza dimenticare - ovvio - il Metal God (ave Rob) che da sempre lo ha ispirato.

L'opener "Ghost Town" lascia subito di pietra: un "buongiorno" di batteria per poi arrivare su un riffing Death Metal che si sviluppa in un muro sonoro su cui Owens entra di prepotenza con la sua ugola d'acciaio. E poi quasi 5 minuti di cambi di tempo e dinamiche, molto tecniche ma al contempo organiche. Paura.

Già la seguente "From The Abyss" apre decisamente alla melodia e all'epicità, giocando su una struttura più facile, ma non per questo risultando meno efficace dell'opener (per il sottoscritto è meglio questa song che la prima dell'album, tra l'altro) e meno dinamica.
Decisamente brillante è "Creating Our Medicine" dove la linea di voce è g-a-l-a-t-t-i-c-a... peccato solo che il finale non sia allo stesso livello della song...forse un pelo tirato via, ma anche il diamante più puro a volte presenta delle impurità.
"Blood On Wood" inizia con un incipit di basso che metti tutti in riga, per poi esplodere in una canzone ruggente e decisamente groovie... un up tempo che apre a un ritornello molto melodico, che prende veramente forma sul raddoppio ti tempo verso il finale...soluzione classica, ma ben spesa.
Introversa è "In A World So Cruel", a cui l'unico appunto che posso muovere è quella di essere un pò troppo uguale a "From The Abyss"... però attenzione all'interpretazione vocale... suntuosa e maestosa, da pelle d'oca... soprattutto la seconda strofa è da non credere, forse la cosa più bella dell'intero album (da riascoltare mille e mille volte dal minuto 1:30 a 1:46), così carica di trasporto, rabbia ed energia da rimanere per un attimo impietriti e senza parole.
"Manifestation" parte in maniera piuttosto epica per poi cambiare decisamente atmosfera, trasformandosi in una song che più Metal non si può, con un chorus che ti trascina in una battaglia tra acciaio e acciaio... e ancora grandissima è, manco a dirlo, la voce.
Un pò di calma e respiro con "Voices Within The Wall", un mid tempo potente ma non furioso... per la furia rivolgersi invece a "The Darkest Eyes" (metteteci un cantato growl, ed eccovi una perfetta Death Metal band), sicuramente una song di alto impatto.
L'album si chiude con "Fear In The Sky", un'altra song dal sapore epico... non epocale, ma comunque ancora sopra le righe, che comunque chiude bene un album così caldo da rimanerne bruciati.

Che disco ragazzi... una corda tesa di puro acciaio che è pronta per sculacciarvi come si deve...che male, ma che infinito piacere!
Recensione a cura di Massimo 'Whora' Pirazzoli
35 minuti di METALLO (scritto volutamente in maiuscolo)

Forse un po' corto, ma dal solo di batteria che apre l'album fino alla conclusiva Fear In The Sky Christy e soci sono riusciti a percorrere il genere in lungo e in largo. C'è un po di tutto, da furiosi blastbeat alle ballate, passando per fraseggi melodici e approcci vagamente prog che tanto mi hanno ricordato le band power americane nate sul finire dei 90. Ciliegina sulla torta, una prova d'insieme davvero notevole. Ripeto, l'unico difetto è la lunghezza, anche delle singole composizioni...

Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 08 mar 2010 alle 20:05

non mi è piaciuto

Inserito il 08 mar 2010 alle 16:45

Credo di non aver mai sentito Tim Owens cantare così. Ispiratissimo. E il dischetto in questione è veramente qualcosa di livello eccellente..peccato davvero per quel finale in fading di "Creating our Machine", perchè altrimenti sarebbe stata un vero capolavoro nel capolavoro. Voto 10 invece a "In a World so Cruel", non sono proprio riuscito a trovargli un difetto. Non sono mai stato un grandissimo fan di Ripper, ma qui c'è solo, a mio parere, da togliersi il cappello e applaudire.

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