Album strepitoso, prepotente, devastante.
Charred Walls Of The Damned è una super band messa in piedi dal buon
Richard Christy, già drummer dei grandiosi
Death,
Iced Earth e
Control Denied, che con la complicità di gente del calibro di
Tim 'Ripper' Owens (
Judas Priest,
Iced Earth &
YGM) alla voce, sua maestà
Steve DiGiorgio al basso (
Death,
Autopsy,
Control Denied,
Testament,
Vintersorg,
Iced Earth e i pionieri
Sadus) e
Jason Suecof alla chitarra (produttore e/o mixer mastermind di
Trivium,
All That Remains,
Bury Your Dead,
August Burns Red,
The Black Dahlia Murder,
Daath,
Chimaira,
DevilDriver e
God Forbid tra gli altri) è riuscito a dare vita a una creatura praticamente cinica e perfetta, che in 36 minuti sciolina metallo fuso come se piovesse.
Molto spesso tanti nomi risonanti in una formazione servono come richiamo solamente per le vendite, senza riuscire ad amalgamarsi veramente in musica, ma in questo caso nulla è più lontano da questo concetto.
Puro metallo, suonato con tanto manico, con un drumming impressionante e greve, un basso di pura qualità (il tocco di
Steve DiGiorgio è sempre riconoscibilissimo), un guitar riffing fantastico - a volte complesso e compresso, quasi a sfiorae il Death Metal, ma sempre fumante di metallo, molto melodico nei soli, in stile Heavy classico) e una voce incredibilmente potente e furiosa nel suo essere... forse
Owens in questo dischetto è riuscito a dare veramente il meglio di se stesso, andando ben oltre a tutte le cose registrate fino ad ora... una grandissima personalità vocale senza dimenticare - ovvio - il
Metal God (ave Rob) che da sempre lo ha ispirato.
L'opener "
Ghost Town" lascia subito di pietra: un "buongiorno" di batteria per poi arrivare su un riffing Death Metal che si sviluppa in un muro sonoro su cui
Owens entra di prepotenza con la sua ugola d'acciaio. E poi quasi 5 minuti di cambi di tempo e dinamiche, molto tecniche ma al contempo organiche.
Paura.
Già la seguente "
From The Abyss" apre decisamente alla melodia e all'epicità, giocando su una struttura più facile, ma non per questo risultando meno efficace dell'opener (per il sottoscritto è meglio questa song che la prima dell'album, tra l'altro) e meno dinamica.
Decisamente brillante è "
Creating Our Medicine" dove la linea di voce è g-a-l-a-t-t-i-c-a... peccato solo che il finale non sia allo stesso livello della song...forse un pelo tirato via, ma anche il diamante più puro a volte presenta delle impurità.
"
Blood On Wood" inizia con un incipit di basso che metti tutti in riga, per poi esplodere in una canzone ruggente e decisamente groovie... un up tempo che apre a un ritornello molto melodico, che prende veramente forma sul raddoppio ti tempo verso il finale...soluzione classica, ma ben spesa.
Introversa è "
In A World So Cruel", a cui l'unico appunto che posso muovere è quella di essere un pò troppo uguale a "From The Abyss"... però attenzione all'interpretazione vocale... suntuosa e maestosa, da pelle d'oca... soprattutto la seconda strofa è da non credere, forse la cosa più bella dell'intero album (da riascoltare mille e mille volte dal minuto 1:30 a 1:46), così carica di trasporto, rabbia ed energia da rimanere per un attimo impietriti e senza parole.
"
Manifestation" parte in maniera piuttosto epica per poi cambiare decisamente atmosfera, trasformandosi in una song che più Metal non si può, con un chorus che ti trascina in una battaglia tra acciaio e acciaio... e ancora grandissima è, manco a dirlo, la voce.
Un pò di calma e respiro con "
Voices Within The Wall", un mid tempo potente ma non furioso... per la furia rivolgersi invece a "
The Darkest Eyes" (metteteci un cantato growl, ed eccovi una perfetta Death Metal band), sicuramente una song di alto impatto.
L'album si chiude con "
Fear In The Sky", un'altra song dal sapore epico... non epocale, ma comunque ancora sopra le righe, che comunque chiude bene un album così caldo da rimanerne bruciati.
Che disco ragazzi... una corda tesa di puro acciaio che è pronta per sculacciarvi come si deve...che male, ma che infinito piacere!