“I_Am” è un dischetto, in qualche modo, indirizzato alla “gloria”, ma non a quella “terrena” e “pagana”, piuttosto familiare ai frequentatori di una
celebre webzine, bensì a quella ben più elevata e mistica del Creatore.
Proprio così, il duo collettivamente denominato
Soul.Scream intende il proprio progetto musicale come un invito alla riflessione sul significato della vita e su Dio e già da questo s’intuisce che non abbiamo a che fare con un gruppo dedito all’esclusivo “intrattenimento” e che, per questa ragione, sarà richiesto un pizzico di attenzione “supplementare” per una sua comprensione circostanziata.
Nulla di particolarmente contorto o bigotto, sia chiaro, eppure è praticamente inevitabile spendere anche qualche minuto ad analizzare il percorso interiore che sottende la scelta delle parole (in italiano e in inglese) utilizzate nei testi, verosimilmente utili a stimolare momenti d’intimo ragionamento anche a chi non è credente.
Dal punto di vista musicale i nostri si affidano ad un elettro-pop-rock raffinato ed elegante, ricco di groove sintetici ed avvolgenti mutuati sia dai campioni della dark-wave britannica degli eighties, sia dai loro più recenti epigoni, in un calderone capace di spingersi fino a lambire i confini del gothic e del rock “sperimentale” e “ambientale”, privo, però, di fastidiose magniloquenze o eccessi di “dipendenza”.
I molti nomi citati come punti di riferimento (The Cure, Depeche Mode, Joy Division, U2, Bloc Party, Editors, David Sylvian, Sigur Ros, Radiohead, …) appaiono, dunque, sostanzialmente come i tasselli di un puzzle la cui immagine completa è più che una “semplice” somma di “sottrazioni” mirate, e questo grazie al gusto, alla sensibilità e al talento posseduto dai Soul.Scream.
Non tutto funziona perfettamente solo perché, a mio modo di “sentire”, è necessaria una maggiore cura nelle parti vocali, soprattutto quando non sono “filtrate” e si esprimono in madrelingua (cfr. “Mezzanotte_fragile”, melodicamente piuttosto riuscita!) e perché si percepisce che il processo di “metabolizzazione” degli influssi ispirativi, già progredito, potrà aumentare ulteriormente con l’esperienza.
“I_am” (suggestiva e multidimensionale synth-wave) e “Sogni_impercettibili” (cangiante crocevia tra Depeche Mode e U2) sono ottimi pezzi e anche “Word_in_me” (più vicina al gothic), dove in aiuto di Luca Ballarin arriva l’ottima voce di Marta Ciuffreda, si dimostra un pezzo di buona qualità, per un Ep globalmente piuttosto interessante, frutto di una band da seguire.
Da segnalare, infine, il valente lavoro di Stefano Toncelli e Antonio Bartalozzi de Il Maniscalco Maldestro (ma guarda un po’ …) responsabili, rispettivamente, del mixaggio e della veste grafica dell’opera.
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