Copertina 5,5

Info

Genere:Power Metal
Anno di uscita:2003
Durata:47 min.
Etichetta:Lion
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. LOCKING UP THE GATES
  2. TWISTING MY TAIL
  3. NORTHMAN
  4. RETALIATION
  5. WE'LL BE IMMORTALS
  6. CALL OF THE WILD
  7. WILD WINTER NIGHTS
  8. IN WORLDS OF ILLUSIONS
  9. RIDE INTO THE SKIES
  10. MESSIAH
  11. EVOLUTION
  12. AURORA BOREALIS: A NEW BEGINNING

Line up

  • Thorbjörn Englund: guitars, bass
  • Mikael Holm: vocals
  • Mistheria: keyboards
  • Andreas Lill: drums
  • Anders Johansson: drums

Voto medio utenti

Tornano rinnovati i Winterlong, una band di origine svedese che a distanza di quasi due anni, dà un seguito al debutto "Valley of the Lost", album che viaggiava sul rasoio di una sufficienza, che aveva strappato (ai tempi di Metal.it) grazie a diverse attenuanti. "The Second Coming" è appunto il secondo album della creatura di Thorbjörn Englund, il quale per l'occasione ha cambiato tutti i compagni di avventura, suonando egli stesso il basso e inserendo in formazione il nuovo, e tutto sommato discreto, vocalist Mikael Holm e il bravo tastierista Mistheria. Inoltre per le registrazioni di "The Second Coming", Englund ha potuto usufruire dei servigi di due ottimi batteristi come Andreas Lill (Vanden Plas) e Anders Johansson (Malmsteen, Hammerfall...). Quello che non cambia sono lo stile proposto (ancora metal neoclassico e ampio spazio alla chitarra) ed i limiti rilevabili sia a livello di produzione, migliorata ma non in maniera sensibile, sia di un songwriting mai veramente convincente. I miglioramenti sono invece registrabili nel guitarwork di Thorbjörn Englund, ora più efficace ed allo stesso tempo meno derivativo, anche se poi negli assoli è evidente l'influenza di Malmsteen. I momenti migliori spuntano con i pezzi più tirati, come sull'up tempo "Call Of The Wild" e su "Evolution". Facendo però un veloce calcolo matematico, purtroppo sono di più le canzoni che finiscono per deludere, con l'aggravante che spesso i pezzi partono bene ma poi si perdono, e questo è un'altro dei problemi presenti su "The Second Coming". Pertanto stavolta i Winterlong sfiorano appena la sufficienza, dato che giunti al secondo album era lecito aspettarsi qualcosa in più. Con il prossimo album le condizioni saranno ancora più difficili.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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