Cito le parole che ha usato la band per presentare il disco:
“(...) è un grande ringraziamento a tutti i fan, vecchi e nuovi, in tutto il mondo! (...) Non siamo una band a cui piace celebrare sé stessa e vogliamo semplicemente ringraziare a nostro modo tutti quelli che ci hanno seguito durante questi 25 anni. Per noi questo album è una vera celebrazione. È stata una sfida, una grande esperienza e ci siamo divertiti molto a registrare le nostre canzoni più importanti in questa nuova veste e con nuovi arrangiamenti. Speriamo vi piacciano!”No, cari Helloween, non mi piace. Questi venticinque anni li avete trascorsi per buona parte in mia compagnia, anche se ovviamente non lo sapete. Ma io questo regalo non lo volevo. Se vi siete divertiti mi fa piacere e scommetto che vi divertirete ancora di più quando arriveranno i primi introiti delle vendite di questa roba che chiamate disco. Queste canzoni potevano finire come bonus CD dietro ad un nuovo album, come regalo al fan club, come omaggio ai concerti, come qualsiasi cosa ma non come un disco vero e proprio. Non c’entra l’essere metallaro duro e puro che non è in grado di apprezzare altro, qui si parla proprio di resettare il cervello e dimenticare chi si ha di fronte e che canzoni si stanno ascoltando. Certo, dietro ad un album come
Unarmed c’è un lavoro lungo e difficile di arrangiamenti, scrittura di parti per orchestra, registrazioni, che deve essere apprezzato. Ma io non voglio sentire distrutte le canzoni che mi hanno accompagnato durante l’adolescenza, perché non me lo merito.
C’è un po’ di tutto qui dentro: acustico, jazz, fusion, reggae, rock. Il problema è che su tutto questo ci sono le canzoni degli Helloween.
Dr. Stein, Eagle Fly Free e I Want Out sono oscene, un po’ meno
Future World e la
Keeper’s Trilogy, oltre alla più recente
If I Could Fly. Ascoltare tutto il disco dall’inizio alla fine è veramente difficile, perchè la noia prende il sopravvento davvero troppo presto, forse riuscendo addirittura a superare la rabbia per un lavoro così sconclusionato. Più che l’operazione in sé, infatti, la critica principale che mi viene da muovere è rivolta al risultato finale, assolutamente insufficiente. Nessuno vieta a una band di prendere le proprie canzoni e farne ciò che desidera, ma c’erano mille altri modi per affrontare una rivisitazione dei propri cavalli di battaglia. Forse sarebbero stati più azzeccati un semplice set acustico o una nuova registrazione magari condotta con diversi special guest. Insomma, qualsiasi cosa, ma non questo.
Senza voto perché altrimenti sarebbe 0. Se volete comprarlo, sapete benissimo a cosa andate incontro. Da parte mia, manderò solo un messaggio ai miei amici tedeschi: per farvi perdonare questa, il prossimo disco dovrà essere meglio dei Keeper e di Walls Of Jericho messi insieme. Ce la faranno? Non penso, perché altrimenti l’avrebbero già fatto.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?