Con il loro esordio "Shrouded Divine" gli
In Mourning si erano imposti nel 2008 come una delle più interessanti promesse del panorama metal odierno. A due anni di distanza tocca a questo nuovo
"Monolith" dimostrare il vero valore del gruppo, svelando se l'ottimo disco di debutto fosse stato solamente un fuoco di paglia o se effettivamente ci si fosse trovati dinnanzi alla nuova "next big thing" del metal. Fortunatamente per noi, gli In Mourning confermano quanto di ottimo si era già visto su "Shrouded Divine", pur non apportando significativi cambiamenti al proprio sound primigenio: l'ambito in cui ci si muove rimane quindi inalterato, ossia un death metal melodico dalle preponderanti tinte progressive sulla scia di band come Opeth (di cui quesit ragazzi non sono tuttavia dei cloni spudorati) dove molti sono i cambi di atmosfere, tra chitarre distorte e toccanti passaggi acustici, vocals in growl, scream e voci pulite e melodiche che rendono "Monolith" un album ricco e variegato. La freschezza compositiva di brani come l'opener "For You To Know", "Debris" (con uno stacco acustico che sa di Opeth lontano un miglio), "The Poet And The Painter Of Souls", "The Smoke" (brano che il gruppo ha presentato in anteprima al Kolony Metal Fest e che in questa sede conferma le buone sensazioni che già al tempo avevo percepito) non può lasciare indifferenti, anche se necessita di qualche ascolto approfondito per essere colta appieno. Gli In Mourning proseguono anche la saga di "The Black Lodge" che già era presente su "Shrouded Divine" con la conclusiva "The Final Solution (Entering The Black Lodge)", un brano di ben 12 minuti di durata in cui la band si esprime al massimo delle proprie potenzialità e dove le varie componenti del sound degli In Mourning vengono rappresentate in maniera esemplare. In sostanza "Monolith" rappresenta l'ideale proseguimento del suo predecessore, mostrando una continuità anche a livello musicale la quale conferma il nome degli In Mourning come uno dei più meritevoli sull'attuale scena.
Non si è trattato quindi di un fuoco di paglia, ma di una concreta realtà che finora ci ha regalato due dischi di ottima caratura. Li attendiamo quindi al traguardo del terzo album per scrivere il loro nome nel registro dei grandi. Avanti così!
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