Copertina 7

Info

Genere:Death Metal
Anno di uscita:2018
Durata:43 min.
Etichetta:Massacre Records

Tracklist

  1. INCEPTION (INTRO)
  2. EYE OF THE STORM
  3. THE ANGEL
  4. BROKEN
  5. WOLF MOON
  6. KILLING SPREE
  7. BREATHE ONE'S LAST
  8. A DYING BREED
  9. MAZE OF ABSURDITY
  10. ZERO GRAVITY
  11. THE FUNERAL CORTEGE

Line up

  • Mike Huhmann: vocals
  • Philipp Hanfland: guitars
  • Johannes Rudolph: guitars
  • Florian Bauer: bass
  • Sebastian Robrecht: drums

Voto medio utenti

Sebbene vengano considerati -al pari dei conterranei Night in Gales- come i pionieri del melodic death metal made in Germany, i Burden of Grief non hanno mai totalmente votato la loro proposta musicale alle sonorità peculiari di band quali At the Gates, Dark Tranquillity, In Flames.
Il loro sound - indiscutibilmente dalle solide basi death - è sempre stato fortemente influenzato dal thrash metal primordiale della Bay Area ma con parti melodiche le cui radici affondano nei classici della NWOBHM, Iron Maiden e Judas Priest su tutti.

Personalmente ho sempre apprezzato molto Mike Huhmann, Philipp Hanfland e soci per una virtù difficile da riscontrare in qualsiasi ambito sociale: la conoscenza dei propri limiti. Il combo della Westphalia (a proposito, una rarità oggigiorno avere una lineup immutata da più di una decade, chapeau!) conscio dei propri punti di forza e soprattutto delle proprie debolezze non ha mai fatto voli pindarici o cercato soluzioni al di sopra delle proprie possibilità ma ha sempre lavorato per offrire ai propri fans dei dischi solidi, ben fatti e non eccessivamente complessi da assimilare.

Proseguendo il discorso intrapreso via via con "Follow the Flames" ed "Unchained" (solo per citare gli ultimi due full length), anche "Eye of the Storm", il settimo lavoro sulla lunga distanza edito da Massacre Records, ci ripresenta una band in ottima forma come si evince dalle 10 tracce che compongono il disco.
Dopo la breve intro "Inception", il tipico ed accattivante groove dei nostri esplode nella titletrack e nella successiva "The Angel" (probabilmente la miglior traccia del lotto) che grazie ai riffs serrati, al drumming quadrato e preciso (sebbene piuttosto elementare) ed alle armonizzazioni furbe si stampano immediatemente in testa.

Una decisa caduta si ha con la successiva "Broken", un mid-tempo piuttosto insipido che scivola via senza sussulti ma è solo un inciampo perchè già dalla successiva "Wolf Moon" i Burden of Grief riprendono a regalarci brani convincenti in sequenza, ognuno da apprezzare per qualcosa; dal bridge trascinante di "Breathe one's last", ai riffs Metallica-style di "A Dying Breed" (grazie "Damage Inc." per l'ispirazione) al ritornello ruffiano di "Maze of Absurdity".
La chiusura è affidata agli oltre 6 minuti di "The Funeral Cortege" che -dopo un'apertura affidata ad un delicato arpeggio elettrico- non rallenta di un battito sino al finale in cui la linea strumentale dell'intro viene ripresa.
Permettetemi infine due parole sull'artwork ad opera di Jan Yrlund (Darkgrove Design), già protagonista di lavori per bands quali Manowar, Impaled Nazarene e Korpiklaani: che meraviglia!

Un lavoro onesto come dicevamo, che non pretende nè promette di essere una pietra miliare del genere, ma che regala oltre 40 minuti di thrash/death melodico senza fronzoli ma di grande sostanza: non vi basta con tutto il ciarpame che circola?

Burden of Grief - "Eye of the Storm"


Recensione a cura di Alessandro Zaina

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