Quando hai passato gli ultimi 10 anni a scrivere la storia della musica, inventando un sound rivoluzionario e magnifico dal nulla, cosa ti resta da fare? Posso solo immaginare lo sconforto di Tony Iommi dopo la separazione da Ozzy, durato fino alla comparsa, dieci secondi dopo, di una nuova, semplicissima, idea: aprire la porta al miglior singer in circolazione e inventarsi un’altra volta un nuovo tipo di metal. Più maturo, più massiccio, creato ad arte per stamparsi in testa e nel cuore, per non uscirne più.
Un inizio come
Neon Knights dovrebbe bastare a farvi capire che lo zio Tony stavolta puntava proprio a crepare i muri e disintegrare le cristallerie di tutto il mondo, aiutato nell’audace impresa da un Ronnie James Dio clamorosamente gigantesco, soprattutto nella successiva
Children Of The Sea, che mostra in pieno lo stile inconfondibile e sublime di questi nuovi Sabbath. Con
Lady Evil si saltella alla grande verso uno degli inni heavy metal più belli di sempre:
Heaven And Hell. Uno di quei pezzi dove c’è tutto, ma proprio tutto quello che serve per appagare le orecchie.
Wishing Well ci accompagna velocemente verso uno degli altri highlight dell’album, la splendida
Die Young, altra perla imprescindibile del patrimonio musicale comune a tutti noi. E vogliamo parlare della chiusura? Con la trascinante
Walk Away e la suggestiva
Lonely Is The World, in cui Iommi si supera regalandoci una delle sue commoventi cascate di note.
Disco epocale, di grande valore storico e musicale, bla, bla, bla…
Invece di sbrodolare le solite stronzate, che vedendo voto e personaggi coinvolti sono sottintese, vi dirò un’altra cosa, secondo me molto importante. Questo album ci mostra una grande verità: puoi scrivere grandi riff e ottime melodie, ma se non hai un singer in grado di dargli la vita non andrai mai da nessuna parte. Trenta e passa anni dopo, se dovessero venirvi dei dubbi su questo dogma, dischi come Heaven And Hell sono lì per darvi tutte le risposte che cercate.