Copertina 8

Info

Anno di uscita:1989
Durata:43 min.
Etichetta:ATCO

Tracklist

  1. RIPCORD
  2. MISSISSIPPI
  3. ON THE LINE
  4. IN TIME
  5. FOUR WINDS
  6. FEVER FOR GOLD
  7. SOUTHBOUND TRAIN
  8. SWEET SURRENDER
  9. BAD GIRL
  10. GOOD LOVIN'

Line up

  • Bill Mattson: lead vocals
  • Doug Gordon: guitar, backing vocals
  • Gari Saint: guitar, backing vocals
  • Garry Nutt: bass, backing vocals
  • Bobby Bender: drums

Voto medio utenti

Penso che non ci sia mai stata una discrepanza generazionale come in questi, strani, anni duemila, anche (ovvio) a livello di gusti musicali.
Credo che ci sia ancora gente che della società iper tecnologica attuale (anche, sempre, nella musica) importi poco. "Four Winds" è per le persone semplici, per quelli che ancora credono che gli anni '80 siano imbattibili: "on wild side" come direbbero i Motley Crue, o come diceva una pubblicità degli stessi '80: "The spirit of The wild country".

Questi sono i . L'89 fu un'annata spartiacque, con l'arrivo dei '90 infatti tutto quello che era accettato come classico andava cambiato e per il sottoscritto molto spesso in peggio. A proposito di spartiacque: 'Full moon rise through The dead of night, hound dog howl got no bone to bite, willow weeps cries the wind, lightning strikes let the storm begin.....'

No, non è il compianto Mark Twain, ma le strofe iniziali di 'Mississippi', grandiosa canzone dei nostri per un album che sembra un vero touchstone tra i Bad Company ed un manipolo di cowboys (la cover è tutto un programma), interpretata dal vocalist Bill Mattson proprio come fosse un giovane Paul Rodgers. 'Four Winds' sembra spalancare immensi orizzonti da The great western shores of America, come hanno cantato recentemente i validi Pride of Lions, basta udire la title track per rendersene conto, tra l'altro la band sembra attingere, come si diceva in precedenza, dai Bad Company a piene mani, sia dal primo periodo che da quello di "Dangerous Age" ( album grandioso, se ne riparlerà) e "Four Winds" (la canzone) appunto sembra puntellare entrambi i periodi.
Si gira il lato del vinile e parte "Fever For Gold" e ti accorgi che "Four Winds" è un piccolo gioiello di oro nero, estratto dalla miniera di quelle che, si spera, invece che ghost town, non diventino ghost bands; che questo seme prezioso non vada perso, quello appunto ottantiano quando heavy ed hard rock erano figli dello stesso modo di interpretare musica.

I cinque cowboys continueranno poi imperterriti a macinare hard rock a bordo del "Southbound Train". Con "Bad Girl" i fans dei Great White avranno un tuffo al cuore e "Good Lovin" è un'altra ball of fire sparata dentro il braciere di un hard rock dalla fiamma incandescente, senza alcun compromesso e senza un attimo di respiro.
Questo disco profuma di tabacco e whisky sino al midollo, con buona pace dei trasformisti moderni. Se oggi per riprendere quello che è semplice heavy metal si è tirato in ballo il termine trad, i Tangier rimangono dei veri e puri trad cowboys, senza alcuna ombra di finzione.

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Recensione a cura di Fabio Zampolini

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 02 dic 2021 alle 22:39

Vabbè, di cosa parliamo? La mia giovinezza in questi dischi. I Tangier, altro gruppo sconosciuto ai più ma autore di due stupendi album. Ascolti Mississippi e vieni catapultato in un altro mondo: la voce di Mattson emula quella di Paul Rodgers, il che è tutto dire, e l'atmosfera che crea il gruppo è da godimento puro. Disco meraviglioso

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