Il nuovo disco dei Drudkh, finalmente. Con una cadenza ormai stabilizzata la band proveniente dall'Ukraina pubblica l'ennesimo album, e con la solita, proverbiale, qualità. Microcosmos prosegue senza indugi la strada che la band stessa sta tracciando, ossia quel Black Metal dai toni evocativi e dai connotati estremamente radicati in tutto ciò che riguarda la natura nei suoi svariati aspetti. Qualcuno potrebbe fraintendere e inserire questo gruppo nel calderone Pagan/Folk Metal, sbagliando, perchè anche se ci sono vaghi elementi di quel genere i Drudkh preferiscono mantenere tutti e due i piedi nel più classico del Black Metal, melodico, ma pur sempre Metallo Nero. Le canzoni sono molto lunghe, difficilmente scendono sotto gli otto minuti, anzi non succede mai, ma questa caratteristica permette alle atmosfere eteree della loro arte di ampliarsi e di potersi esprimere in tutto il loro potenziale. I testi sono in lingua madre ma basta leggere le traduzione in inglese per rendersi conto di quali siano le tematiche trattate, che giusto per dovere di cronaca, eludono dai classici stilemi del Black Metal scandinavo. Microcosmos va ingerito tutto di un fiato, soprattutto per un motivo: è estremamente compatto nel suo insieme, sembra quasi che non sia suddiviso per brani, appare esattamente come un lunga suite fatta di Black Metal imponente e suggestivo. La melodia gioca un ruolo chiave in tutto questo, è l'elemento cardine su cui viene costruito tutto il resto, e che permette agli ascoltatori di passare dei piacevoli 40 minuti a base di ottima musica. Se proprio ce ne fosse bisogno i Drudkh si riconfermano una delle realtà più interessanti di tutto il panorama Europeo.