Copertina 10

Info

Past
Genere:Death Metal
Anno di uscita:1991
Durata:42 min.
Etichetta:Roadrunner Records

Tracklist

  1. INTO EVERLASTING FIRE
  2. DESPONDENT SOULS
  3. DAWN OF POSSESSION
  4. THOSE LEFT BEHIND
  5. INTERNAL DECADENCE
  6. NO FORGIVENESS (WITHOUT BLOODSHED)
  7. BURIAL GROUND
  8. AFTER MY PRAYERS
  9. FALL IN DISEASE
  10. IMMOLATION

Line up

  • Ross Dolan - Vocals/bass
  • Robert Vigna - Guitar
  • Tom Wilkinson - Guitar
  • Craig Smilowski - Drums

Voto medio utenti

Dawn Of Possession” è il frutto di un cammino iniziato addirittura nel 1986, con la precedente incarnazione della band, quei Rigor Mortis di Robert Vigna e Tom Wilkinson che, nel 1988, diverranno gli Immolation, reclutando il cantante e bassista Ross Dolan.
La band si era già fatta notare nell’underground metallaro americano con un paio di demo e uno split con i Mortician, e questo attivismo li aveva portati addirittura a firmare un contratto con la Roadrunner Records che, nel 1991, darà alle stampe il qui presente disco che è, a tutt’oggi, una delle pietre miliari del death metal.
Una delle caratteristiche principali di questo disco è che, a differenza della maggior parte dei dischi death metal usciti in quel periodo, come ad esempio l’altra pietra miliare “The Ten Commandments” dei Malvolent Creation, riduce al minimo le influenze thrash, pur partendo da esse, spingendo subito su velocità e brutalità, anche a livello vocale, con Ross Dolan che canta già con un growl profondo e abrasivo. Caratteristiche che fanno sì che questo disco sia ancora moderno e attuale a distanza di trent’anni.
L’altra caratteristica che diverrà marchio di fabbrica degli Immolation è l’aura oscura, claustrofobica, sulfurea, quasi catacombale che avvolge le composizioni, le quali si basano su strutture che sono già compresse, compatte, dense, e che esplodono subito nella loro furia già con l’iniziale “Into Everlasting Fire”.
Il riffing cupo e ossessivo della coppia Vigna/Wilkinson fa il paio con le accelerazioni velocissime del drummer Craig Smilovski e ha chiari rimandi ai Morbid Angel di “Altar Of Madness”.
La successiva “Despondent Souls” si segnala, oltre a tutto il resto, per un allucinato assolo di Vigna.
La title-track è un pezzo che aumenta ancor più la velocità, che diventa parossistica e accecante, ma che trova il tempo per un bridge ritmato e cadenzato che introduce a un martellamento batteristico sul quale ancora una volta Vigna ricama un assolo obliquo e dissonante.
Those Left Behind” ha un intro apocalittico, epico, infernale, per un pezzo vario, più lento e atmosferico e con alcune delle liriche più anticristiane mai ascoltate su un disco metal, senza scadere nella truce bestemmia.
Le canzoni si susseguono con folate devastanti di death metal brutale e soffocante, con la band abile e capace a dosare velocità e rallentamenti, come gli eccellenti stop’n’go di “Internal Decadence”.
Si arriva così esausti alla fine, dopo essere stati massacrati in lungo e in largo da un sound spaventoso per ferocia e brutalità. “Fall In Disease” è semplicemente terrificante per malvagità e disumanità.
Immolation” chiude degnamente il disco con un finale apocalittico, lasciandoci le ultime parole famose:

"The efforts of god proven useless
Immolation now begins..."

E l’inizio degli Immolation è semplicemente la storia del death metal, una band e un disco che definire seminali è dir poco.

Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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