“
Dawn Of Possession” è il frutto di un cammino iniziato addirittura nel 1986, con la precedente incarnazione della band, quei
Rigor Mortis di
Robert Vigna e
Tom Wilkinson che, nel 1988, diverranno gli
Immolation, reclutando il cantante e bassista
Ross Dolan.
La band si era già fatta notare nell’underground metallaro americano con un paio di demo e uno split con i
Mortician, e questo attivismo li aveva portati addirittura a firmare un contratto con la Roadrunner Records che, nel 1991, darà alle stampe il qui presente disco che è, a tutt’oggi, una delle pietre miliari del death metal.
Una delle caratteristiche principali di questo disco è che, a differenza della maggior parte dei dischi death metal usciti in quel periodo, come ad esempio l’altra pietra miliare “
The Ten Commandments” dei
Malvolent Creation, riduce al minimo le influenze thrash, pur partendo da esse, spingendo subito su velocità e brutalità, anche a livello vocale, con
Ross Dolan che canta già con un growl profondo e abrasivo. Caratteristiche che fanno sì che questo disco sia ancora moderno e attuale a distanza di trent’anni.
L’altra caratteristica che diverrà marchio di fabbrica degli
Immolation è l’aura oscura, claustrofobica, sulfurea, quasi catacombale che avvolge le composizioni, le quali si basano su strutture che sono già compresse, compatte, dense, e che esplodono subito nella loro furia già con l’iniziale “
Into Everlasting Fire”.
Il riffing cupo e ossessivo della coppia
Vigna/Wilkinson fa il paio con le accelerazioni velocissime del drummer
Craig Smilovski e ha chiari rimandi ai
Morbid Angel di “
Altar Of Madness”.
La successiva “
Despondent Souls” si segnala, oltre a tutto il resto, per un allucinato assolo di
Vigna.
La title-track è un pezzo che aumenta ancor più la velocità, che diventa parossistica e accecante, ma che trova il tempo per un bridge ritmato e cadenzato che introduce a un martellamento batteristico sul quale ancora una volta
Vigna ricama un assolo obliquo e dissonante.
“
Those Left Behind” ha un intro apocalittico, epico, infernale, per un pezzo vario, più lento e atmosferico e con alcune delle liriche più anticristiane mai ascoltate su un disco metal, senza scadere nella truce bestemmia.
Le canzoni si susseguono con folate devastanti di death metal brutale e soffocante, con la band abile e capace a dosare velocità e rallentamenti, come gli eccellenti stop’n’go di “
Internal Decadence”.
Si arriva così esausti alla fine, dopo essere stati massacrati in lungo e in largo da un sound spaventoso per ferocia e brutalità. “
Fall In Disease” è semplicemente terrificante per malvagità e disumanità.
“
Immolation” chiude degnamente il disco con un finale apocalittico, lasciandoci le ultime parole famose:
"The efforts of god proven useless
Immolation now begins..."
E l’inizio degli
Immolation è semplicemente la storia del death metal, una band e un disco che definire seminali è dir poco.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?